Il ministro Valditara: "Per i campi la svolta parte dalla scuola"

Nella discussione nata dalla uccisione di Cecilia De Astis si gioca una differenza fondamentale fra chi usa la categoria del buon senso e chi quella della ideologia.
di Giuseppe Valditara*giovedì 14 agosto 2025
Il ministro Valditara: "Per i campi la svolta parte dalla scuola"

3' di lettura

Nella discussione nata dalla uccisione di Cecilia De Astis si gioca una differenza fondamentale fra chi usa la categoria del buon senso e chi quella della ideologia. Fra chi parte dalla realtà e chi ne prescinde. Il primo punto è tornare a giudicare: essere capaci cioè di dare giudizi di valore sui comportamenti. L’atteggiamento di chi vive di espedienti, furti, illegalità, violazione dell’obbligo scolastico è sbagliato, va condannato e conseguentemente sanzionato. Senza se e senza ma. Non è colpa dello Stato, della società, di questo o quel governo o magari della destra «che esclude», come recita il mantra progressista: è colpa di chi si è comportato in quel modo. E innanzitutto quella condotta va stigmatizzata a livello sociale. Se si parte da questo presupposto, occorre poi saper tirare le conseguenze. Non si può consentire che persone o gruppi di persone, a qualunque etnia, nazionalità, cultura appartengano, pratichino in modo sistematico e organizzato comportamenti come accattonaggio, furto, rapina, sfruttamento dei minori, evasione dell’obbligo scolastico. Non si può tollerare che in Italia ci sia chi pensa di poter vivere in questo modo. La svolta è innanzitutto culturale: la consapevolezza che esistono comportamenti “buoni” e comportamenti “cattivi”, comportamenti accettabili socialmente e altri condannabili. E che la responsabilità è innanzitutto di chi li tiene, non di altri o di altro e che di quei comportamenti si deve rispondere. A chi educa i figli facendoli vivere nel degrado, nello sfruttamento, nella illegalità va tolta la potestà.

Ovviamente poi ci vogliono comunità attrezzate per educare e crescere questi giovani. La vera svolta parte però dalla scuola. A questo proposito per la prima volta si sta facendo sul serio. Con il decreto Caivano la violazione dell’obbligo scolastico è un delitto che costa caro: fino a due anni di reclusione (prima c’era solo una sanzione amministrativa fino a un massimo di 30 euro). E la procedura prevista responsabilizza le scuole, i Comuni, la magistratura. A Napoli e provincia, dove l’evasione era molto alta, si sono ottenuti risultati eccellenti. Su 7.359 casi di evasione dell’obbligo scolastico, a conclusione dell’iter previsto dal decreto governativo, che comporta fra l’altro l’obbligo di segnalazione da parte dei presidi ai Comuni con conseguente dovere di ammonimento da parte dei sindaci ai genitori, 5.550 giovani sono tornati a scuola. A Giugliano circa 200 ragazzi rom frequentano ora le lezioni: le attività di coordinamento svolte negli ultimi due anni scolastici che hanno coinvolto a vario titolo governo, Comune, Regione e procura per i minori hanno permesso di incrementare il numero e la percentuale di bambini inseriti nelle scuole. In alcuni casi la scuola tradizionale non basta. Probabilmente non sempre è infatti possibile la semplice integrazione nelle classi esistenti. Ci vogliono docenti che sappiano dialogare e interagire con giovani cresciuti con valori, mentalità, abitudini molto diversi. Laddove i plessi scolastici siano distanti si devono organizzare attività scolastiche realizzate in prossimità di campi regolari e stanziali con docenti specializzati e valorizzati economicamente, perché insegnare in certe condizioni complesse richiede una preparazione particolare. I campi illegali vanno invece chiusi: chi vuol stare in Italia deve accettare di vivere in campi legali, il che consente fra l’altro l’iscrizione dei minori nei registri scolastici. Insomma, lo Stato non può arrendersi. È necessaria una vera integrazione che non si fa con la ideologia e con le chiacchiere, o con le false accuse di razzismo, ma con una svolta culturale e provvedimenti coraggiosi. Noi abbiamo iniziato e siamo determinati ad andare avanti.

*Ministro Istruzione e Merito