Leoncavallo: l'adunata di comici e centri sociali solo dopo le ferie

La sfilata per protestare contro lo sgombero in programma il 6 settembre: le vacanze sono sacre
di Giorgia Petanidomenica 24 agosto 2025
Leoncavallo: l'adunata di comici e centri sociali solo dopo le ferie

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Eccoli lì, appena rientrati dalle ferie, tutti rilassati e abbronzati. Comici, cantanti e vip, dopo aver trascorso le vacanze in qualche hotel di lusso o in qualche seconda casa al mare, hanno fatto il pieno di energie per battersi per i loro amici del Leoncavallo.

Dopo l’annuncio del corteo nazionale «Giù le mani dalla città», che si terrà il 6 settembre a Milano «contro lo sgombero» della struttura avvenuto giovedì 21 agosto, sono davvero in tanti i volti noti che si sono schierati a fianco del centro sociale di via Watteau.

Tra i primi supporter troviamo il comico Claudio Bisio che raccontando di esserci «cresciuto dentro» con un po’ di nostalgia afferma di ricordare «tutto benissimo fin dal 1975, la prima sede che era in via Leoncavallo, al Casoretto, che era il mio quartiere.

C’era la musica, c’era il teatro, le manifestazioni... Sono del ’57, quindi coetaneo di Fausto e Iaio». Il conduttore nell'intervista rilasciata a la Repubblica, giudica lo sfratto «una prova di forza, con tutti quei poliziotti, e nessuno dentro. Fa ridere e fa piangere», si sfoga il volto tv.

«Io spero molto che il Comune di Milano si stia attivando per non far morire il Leoncavallo. Magari altrove, ma non deve finire - ha aggiunto questa esperienza lunga 50 anni, e lo dico io che ci sono nato dentro». E poi la solita sviolinata sul concetto di cultura: «è un investimento, ci sono altre esperienze in Italia che dimostrano l’impegno delle amministrazioni in questo senso». Insomma, più che il comico, Bisio sembra voler fare l’esperto politologo, invitando il Comune a non lasciare i suoi amici del centro sociale senza una casa.

E poi ci sono anche gli organizzatori de “La Terra trema”, la manifestazione dedicata a vignaioli e agricoltori ribelli ideata da Veronelli, storicamente ospitata dal centro sociale a lamentarsi dello sfratto del Leoncavallo. In un post pubblicato in vista del corteo del 6 settembre, gli organizzatori della manifestazione spiegano di pensare a «Sala, la sua Giunta e il Consiglio Comunale, come responsabili della fine del Leoncavallo in via Watteau». Gli organizzatori definiscono l’adunata di vip accorsi in difesa del Leonka «una forza sociale che mancava da anni». Ora però «bisognerà sforzarsi spiegano - di dire l’indicibile, di indagare le trasformazioni sociali e antropologiche...Noi proveremo a portare il nostro contributo per far sì che il 6 settembre sia una tappa importante contro il fascismo di governo e la gentrificazione di chi amministra, gomito a gomito con la finanza immobiliare, le città». Chissà, magari dopo l’estate a cinque stelle, qualcuno si riscoprirà anche urbanista, sindacalista o rivoluzionario part-time.