Pd, dimissioni di massa a Pisa: una slavina sulla Schlein

di Elisa Calessisabato 13 settembre 2025
Pd, dimissioni di massa a Pisa: una slavina sulla Schlein

(LaPresse)

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Il Pd pisano non trova pace. Dopo la sospensione del congresso per irregolarità, a cui è seguito il commissariamento con l’azzeramento di tutti i vertici, un altro caso incendia un comune del circondario: Pontedera.

Poco meno di 30mila abitanti, è il luogo dove è nata la Piaggio e la mitica Vespa. Negli annali del Pd, però, verrà ricordata per un altro fatto: la sospensione in massa dei suoi dirigenti. Una cosa da guinnes dei primati. In un giorno, infatti, si sono autosospesi dal Pd tutti i componenti della giunta comunale, gli ex sindaci, l’intero gruppo in consiglio comunale, tutti i segretari dei circoli, 9 componenti su 11 della segreteria dem, la maggior parte dei membri dell’assemblea comunale e, per finire, è stata sospesa la festa del circolo Fuori del Ponte, sezione storica di Pontedera. Doveva iniziare mercoledì sera. Era tutto pronto. Cancellata.

La rivolta è avvenuta per l’esclusione di una assessora del Comune, Sonia Luca, dalla lista del Pd alle elezioni regionali, dopo che tutto il gruppo dirigente del paese aveva indicato lei. Per capire la reazione, però, bisogna riavvolgere il nastro a due mesi fa, quando, per le innumerevoli violazioni che si erano registrate durante le fasi del congresso comunale - denunciate dai riformisti dem - si era sospesa la procedura e il Pd pisano, per decisione romana, era stato commissariato. Viene mandato Vinicio Peluffo il quale, oltre a mettere ordine nel pasticcio congressuale, deve anche definire la lista per le elezioni regionali ormai prossime.

Dopo una serie di riunioni, si decide che la lista sarà composta da 4 uomini e 4 donne. Quattro di area Schlein, quattro di area Bonaccini. Parità dovuta al fatto che il congresso regionale era finito sostanzialmente alla pari. Nella lista, però, devono far parte anche due uscenti, l’assessora regionale Alessandra Nardini e Antonio Mazzeo, presidente del consiglio regionale. I quali, però, per candidarsi hanno bisogno di una deroga. Peluffo spiega che le deroghe sono di competenza del Pd nazionale. Quindi, si decide di fare una lista di 10 nomi, così, nel caso mancasse la deroga per i due, sono già pronti due sostituti. Per non trovarsi in difficoltà all’ultimo minuto, Peluffo propone di individuare 11 nomi: 4 riformisti, 7 di maggioranza. Le due deroghe vengono concesse. Intanto uno degli undici, il segretario di Cascina, Giovanni Russo, area Schlein, si ritira. Rimangono in 10, comprese le 2 deroghe.

Quando si tratta di chiudere la lista, la sorpresa: viene cancellato un segretario di circolo di area riformista e, soprattutto, viene depennata Sonia Luca, assessora comunale alla Casa e pari opportunità del comune di Pontedera, cioè il nome indicato a furor di popolo dal Pd di Pontedera. Per capire la sollevazione generale, bisogna tener conto che ogni territorio ci tiene ad avere un proprio rappresentante in regione. Certo, non si può fare per tutti.

Ma Pontedera, si dice, non è un comune come un altro. Da qui, per dire, veniva Enrico Rossi (predecessore di Giani), oltre a essere stata la casa della Piaggio e di tante aziende metalmeccaniche. Dal Nazareno, però, il verdetto è negativo: Sonia Luca non può essere candidata. Il motivo non è spiegato.

Una dem in lista, Katia Lazzereschi, espressione del collegio elettorale di Pisa, decide di rinunciare per lasciare il posto a Luca. Ma, per ora, la decisione non cambia. Il risultato è che ora, nella lista del Pd per le regionali, c’è uno solo riformista su 8 nomi. Cosa che ha provocato la sollevazione dei dem. A poche settimane dal voto, non è un bell’inizio.