I gruppi di maggioranza e di opposizione hanno chiesto nell'Aula della Camera una informativa del governo, con il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, sulla notizia del raggiungimento di un accordo di pace sulla "vicenda tragica", come ha osservato nel suo intervento il capogruppo di Fratelli d'Italia a Montecitorio, Galeazzo Bignami, del conflitto in Medio Oriente.
"Che questo primo passo di pace possa essere accompagnato da un lavoro paziente, importante. Ci auguriamo che il governo italiano voglia confrontarsi qui in Parlamento", ha affermato la presidente dei deputati del Partito democratico, Chiara Braga. "Riteniamo importante quanto successo nella notte, dobbiamo essere molto prudenti, ma dobbiamo fare in modo che il Parlamento continui a essere protagonista", ha sottolineato il deputato di Forza Italia, Raffaele Nevi. "Che Meloni venga in Aula, facendo delle comunicazioni, dopo due anni, è cosa buona e giusta", ha aggiunto il capogruppo del Movimento cinque stelle alla Camera, Riccardo Ricciardi. Una richiesta di comunicazioni da parte dell'esecutivo è arrivata anche dalla capogruppo di Alleanza verdi e sinistra a Montecitorio, Luana Zanella, secondo cui "è l'ora di voltare pagina". Per l'esponente di Italia Viva, Davide Faraone, quella di oggi "è una giornata storica".
Fino a qui, la pagina più diplomatica, per così dire, di una mattinata ancora una volta ad alta tensione. Sopra le righe, decisamente, l'intervento a Montecitorio di Ricciardi che ha insultato senza mezzi termini Giorgia Meloni e il governo: "E' il caso che la Meloni venga in aula, dopo due anni e 70mila morti. Ma dico attenzione alle dichiarazioni di maggioranza perché fate sfigurare l'Italia se vi attribuite un merito in questo processo di pace. Fermatevi, perché il contributo che avete dato al piano di pace è nullo. Quello che avete dato al genocidio è tanto, continuando a essere complici e silenti con Israele. Fermatevi per il buon nome dell'Italia".
La segretaria dem Elly Schlein, in evidente difficoltà nell'ammettere i meriti di Donald Trump, sceglie un profilo più basso: "Accogliamo con sollievo l'accordo sulla tregua. Il cammino della pace sarà ancora lungo, ma oggi è un passo decisivo, con il cessate il fuoco permanente, il rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e il ritiro dell'esercito israeliano, per cui vanno ringraziati gli sforzi diplomatici di Stati Uniti, Qatar, Egitto e Turchia. L'Europa recuperi un ruolo nella ricostruzione di Gaza e nell'assicurare ogni supporto alla popolazione palestinese martoriata, a partire dal pieno accesso di tutti gli aiuti necessari".
Quindi l'accelerazione stile-Macron, decisamente fuori luogo, fuori tempo e anche piuttosto pericolosa perché il tema rischia di complicare tutto: "Ora serve che tutti rispettino l'accordo e che si prosegua con tutti gli altri passi indispensabili per garantire la soluzione politica dei due popoli e due Stati, con il riconoscimento dello Stato di Palestina e la fine dell'occupazione illegale in Cisgiordania, unica via per una pace giusta e duratura in Medio Oriente".