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Meloni lancia Tomasi: "Sinistra un grande Leoncavallo, in Toscana possiamo vincere"

di Fabio Rubinisabato 11 ottobre 2025
Meloni lancia Tomasi: "Sinistra un grande Leoncavallo, in Toscana possiamo vincere"

( Ansa)

3' di lettura

«Ma quale campo largo? Quello è un Leoncavallo largo, un enorme centro sociale». La battuta, definitiva, è di Giorgia Meloni. L’ha pronunciata in piazza a Firenze nel corso del comizio del centrodestra a favore di Alessandro Tomasi, candidato a governatore della Toscana. Nel mirino del premier c’è ovviamente la sinistra, quella che «non crede nell’Italia e negli italiani, che sognava per il nostro Paese un ruolo da ruota di scorta di Francia e Germania». Invece «l’Italia non fa la ruota di scorta di nessuno».

Quella che «dove darci la spallata prima nelle Marche e poi in Calabria, e invece la spallata l’ha presa secca. Perché - spiega Meloni - le elezioni nelle Marche non si vincono promettendo la pace a Gaza, ma lavorando per migliorare le cose come abbiamo fatto noi. Ma questa sinistra ormai è passata dal “gratuitamente” di Conte al “qualunquemente”».

Meloni spiega anche perché la corsa in Toscana non può essere data per persa: «Noi siamo nati per ribaltare la storia. Dicevano che non avremmo vinto le politiche, poi che non saremmo durati più di sei mesi, che saremmo stati irrilevanti. La verità è che siamo diventati cintura nera nello smentire le previsioni della sinistra». Una coalizione «fondata sull’odio contro di noi. Stanno insieme per mandarci a casa ma, di grazia, ci dicessero anche cosa vogliono fare una volta al governo. La verità è che non possono dirlo perché sono divisi su tutto». Tranne che «sulla politica dell’odio verso l’avversario. Quella che fa vendere i libri e riempie i teatri». Un meccanismo, però, che pare essersi inceppato con la firma della pace in Medioriente. E qui parte l’attacco alla sinistra più estrema: «Ma davvero qualcuno pensa che Hamas ha firmato la pace perché Landini fa gli scioperi, perché Greta organizza la Flotilla o perché l’Albanese insulta Liliana Segre? Quella di Gaza è la vittoria della diplomazia e dobbiamo ringraziare Donald Trump per il lavoro che ha fatto».

Tornando sulla Toscana, Meloni spiega che «il problema delle roccaforti è che a un certo punto chi governa smette di dare risposte convincendosi che per vincere basta gestire il potere, ma non è così, la gente non è stupida». Un monito d’attualità anche nel centrodestra con le frizioni registrate, soprattutto nella roccaforte Lombardia, tra alleati.

Prima di lei avevano parlato gli altri leader della coalizione. Il leghista Matteo Salvini apre il discorso ricordando il sacrificio di Charlie Kirk e lo chiude ricordando la figura di Oriana Fallaci. In mezzo sia alla politica estera sia a quella interna. In piazza una signora espone la bandiera dei pro-Pal. Matteo ribatte: esponga piuttosto quella degli Stati Uniti d’America che hanno portato la pace». Poi punzecchia Landini: «Contro chi sciopererà ora? Tranquilli, troverà una qualche causa nel mondo per fermare il Paese. Mai una volta che manifestasse per i cristiani uccisi nel mondo...». Poi si augura che «Trump possa applicare il suo metodo anche a Russia e Ucraina» e ribadisce che «non un solo soldato italiano andrà a combattere per quella guerra». Salvini lancia l’allarme «sulla caccia all’ebreo» e chiede alla sinistra «di smetterla di scherzare col fuoco». Il leader della Lega ne ha anche per Francesca Albanese: «Spero che l’Onu la licenzi domani mattina» e spiega che chi sceglie il centrodestra «sceglie la difesa delle nostre tradizioni, delle nostre campane (che avevano iniziato a suonare poco prima, ndr), delle mamme che si chiamano mamma e dei papà che si chiamano papà». Infine scherza su Giani che «pensa che la Toscana confini con la Lombardia. Se l’avesse detto uno di centrodestra la Gruber ci avrebbe fatto una settimana di trasmissioni». Infine introduce sul palco Giorgia Meloni «un’amica vera e siamo fortunati ad averla come presidente del Consiglio».

Antonio Tajani, invece, ha incentrato il suo discorso sulla Toscana: «Abbiamo vinto in tantissimi Comuni, non vedo perché non dovremmo farlo anche in Regione». E ha ricordato ai suoi che «possiamo vincere se andiamo a prenderci i voti del centro che la sinistra ha lasciato indietro». Questo perché «la sinistra ormai sa solo dire di no: “no” all’aeroporto di Firenze, “no” al termovalorizzatore. L’unica cosa a cui dice sempre di “sì” è il reddito di cittadinanza». Anche Tajani parla di pace che è «frutto della diplomazia e non certo delle manifestazioni che spaccano le vetrine».

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