Ma sono scuole o centri sociali? Tutti a lezione di propaganda palestinese. In cattedra ci sono presidi e docenti con la kefiah legata attorno al collo. È un florilegio di circolari a senso unico, lavoretti per esaltare la Flotilla, cortei per le città, incontri senza contraddittorio e revisionismo storico. L’indottrinamento pro-Pal ha invaso le aule degli istituti, dalle elementari alle superiori (le università lasciamo perdere...): un bubbone scoppiato alla faccia delle famiglie (che perlomeno sui figli minorenni dovrebbero avere voce in capitolo) in tutta Italia. Da nord a sud.
A Mantova, la dirigente scolastica dell’istituto superiore Enrico Fermi nonché consigliere comunale del Pd, ha fatto risuonare tra i corridoi, per tre volte, l’invito a firmare un documento a sostegno della crociera diretta a Gaza qualche giorno prima che fosse fermata.
«La Global Sumud Flotilla con la sua navigazione coraggiosa ha attraversato il mare per fare arrivare a tutto il mondo un messaggio potente di non violenza, solidarietà e speranza verso il popolo palestinese. Noi siamo tra coloro che lo accolgono e lo rilanciano da terra», era il messaggio pompato dagli altoparlanti della scuola. Modus operandi da Corea del Nord.
Che vergogna piazza Scala trasformata in tendopoli
Un paio di nostalgici con la kefiah e una donna intenta a sistemare la propria tenda. Ci sono solo loro alle 17.30 di me...LICEALI ALLO SBARAGLIO
Ma peggio, se esiste una scala di gravità anti-ebraica, è quanto successo al liceo Virgilio di Milano. Dove è stata organizzata un’assemblea a monopolio del presidente Arci (che si era imbarcato sulla Flottila) e di alcuni giovani palestinesi in cui sono uscite perle singolari.
Tipo che «il popolo ebraico non è riuscito a spezzare la catena del dolore» e che «ha bisogno d’aiuto» perché «riprodurre un dolore che si è subìto è sintomo di una malattia, non è normale», oltre al solito giustificazionismo sugli attentati terroristici del 7 ottobre, bollati come «resistenza armata». I giovani pro-Pal se l’erano poi presa con noi di Libero, colpevoli di aver pubblicato quanto da loro detto. Il collettivo del liceo, per protesta, aveva anche messo in piedi un picchetto per impedire l’ingresso a scuola di chi, a differenza loro, volevano andare a lezione. Sempre nel capoluogo lombardo, il consigliere regionale del Pd, Paolo Romano, anche lui tra i “flotillanti”, è stato in tour elettorale tra il liceo Berchet e il Vittorio Veneto per raccontare la sua esperienza di recluso in Israele. Una sola voce per un solo pensiero.
Da mani nei capelli, invece, il documento approvato dal collegio docenti del liceo Galileo Ferraris di Taranto a fine settembre. Il dirigente scolastico, nelle battute finali, l’aveva buttata lì: «All’annuale “Giornata della Memoria” della Shoah in cui il popolo ebraico fu oggetto di sterminio ad opera della barbarie nazista, non debba affiancarsi nelle nostre scuole una nuova “Giornata della Memoria” del genocidio del popolo palestinese ad opera del governo di Israele!». Oggi, al liceo Righi di Roma, gli attivisti della Flotilla saliranno in cattedra per parlare delle “prospettive di pace per Gaza”.
E che dire dei lavoretti commissionati ai bambini delle primarie e delle medie? La Puecher e la Rinnovata Pizzigoni di Milano, benedette dall’Anpi, sono scese in piazza «a sostegno della Flotilla» e «contro il genocidio a Gaza».
I piccoli hanno realizzato centinaia di barchette di carte in onore di Greta Thunberg e compagni e hanno letto poesie e pensieri di autori rigorosamente palestinesi. Stesso film all’elementare Pascoli di Bergamo, dove però la riproduzione dei natanti pro-Pal non è piaciuta a diversi genitori. Una mamma, per la cronaca, ha scritto una lettera per contestare la scelta. Il succo? «La scuola deve formare menti critiche, non influenzare coscienze immature».
Barchette di carta anche alla scuola primaria Anna Maria Enriques Agnoletti di Bagno a Ripoli, hinterland di Firenze. Tra le promotrici dell’iniziativa un’insegnante che è anche presidente della Commissione Pace del Comune. Ovviamente a guida Pd. Una ventina di chilometri più in là, a Montelupo Fiorentino, quasi cento docenti della scuola elementare e media Baccio da Montelupo hanno vergato una missiva per esprimere «ferma condanna contro ogni forma di occupazione, apartheid, colonialismo e genocidio». Il tutto a uso e consumo di bambini e ragazzini tra i 6 e i 14 anni, certamente non nell’età giusta per comprendere la portata della situazione geopolitica del Medio Oriente. A difendere maestre e prof dalle lamentele delle famiglie, nemmeno a dirlo, si sono schierati compatti gli esponenti locali del centrosinistra.
Ma il Pd ha mai letto cosa dice Francesca Albanese?
Ci sono alcune domande che avremmo voluto porre ai consiglieri del Pd di Bologna ma che purtroppo - anche di fronte ai r...MARCE PSEUDO PACIFISTE
Tornando in Lombardia, 2.500 bambini e ragazzi da oltre venti plessi diversi erano scesi per le strade di Lodi per una marcia pacifista promossa dal Comune di centrosinistra insieme alla Consulta degli studenti. Il titolo dell’evento, però, travalicava i confini della pace:“Facciamo rumore per Gaza”. La Lega aveva inviato una segnalazione al Ministero dell’Istruzione e la Cgil, nemmeno a dirlo, era saltata sulla sedia spiegando come fosse per loro «inaccettabile» l’idea che «scuola e politica debbano rimanere separate».
All’Istituto comprensivo Giuliana Saladino di Palermo, invece, il preside non solo aveva esposto un lenzuolo sulla facciata dell’edificio contro le operazioni militari israeliane ma aveva pure organizzato dei girotondi pacifisti coi bambini per le strade del quartiere. Un’iniziativa curiosa anche quella del dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Paolo e Rita Borsellino di Valenza, in provincia di Alessandria: quest’estate ha ricevuto nel cortile della scuola chiunque volesse parlare con lui dei «bambini gazawi affamati da Israele». Chi voleva parlare dei bimbi israeliani decapitati da Hamas doveva citofonare da altre parti.
L’anno scolastico, del resto, era iniziato con una sfilza di collegi docenti che votavano all’unanimità proclami contro Israele, confezioni dai sindacati rossi Usb e Cgil. Il primo giorno di scuola aveva anche visto ovunque minuti di silenzio «per riconoscere lo scolasticidio in Palestina».

