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L’Economist loda Meloni: "Politico eccezionale"

In una videoanalisi il giornale britannico riconosce alla nostra premier il ruolo di leader a capo di un governo longevo e stabile. Altro che isolata
di Adriano Talentidomenica 16 novembre 2025
L’Economist loda Meloni: "Politico eccezionale"

(Ansa)

3' di lettura

 L’eccezionalità di Giorgia Meloni è al centro di una video analisi social dell’Economist. La testata britannica, sul suo canale Instagram affida a un “reel” di Christopher Lockwood la disamina della leader italiana, sia sui tre anni e mezzo di governo sia sull’intero percorso politico. E si parte da un presupposto: «Giorgia Meloni ha ottenuto qualcosa che pochi premier italiani hanno ottenuto: stabilità politica». E infatti, se si esclude l’esperienza di Silvio Berlusconi e nella Prima Repubblica di Bettino Craxi, i governi repubblicani hanno sempre avuto vita breve. Oggi, la leader di Fratelli d'Italia è «il premier più longevo in circa 15 anni» alla guida di «un governo che è stato più moderato del caos neofascista che i suoi detrattori liberal temevano». Poi l’accento è sulle relazioni internazionali.
«L’Italia», sottolinea Lockwood, «si è assicurata un posto negli ambienti internazionali che contano in Europa e anche il presidente Trump la ascolta». Questo è «sorprendente considerando le radici di Meloni nell’estrema destra». Con il corredo delle immagini d’epoca, si ripercorre la militanza giovanile nel Movimento Sociale italiano «quando aveva solo 15 anni», fino alla nomina nel quarto governo Berlusconi, come ministro della gioventù. E ancora la scissione con il Pdl e la nascita di Fratelli d’Italia. «Dall’elezione a presidente» del suo movimento «ha trasformato il partito marginale in un partito mainstream e lo ha portato alla vittoria nel 2022».

NIENTE ESTREMISMI
La breve analisi si sposta poi sulla coalizione di centrodestra, «eterogenea a livello ideologico». E aggiunge: «Al di fuori di Fratelli d'Italia, include Forza Italia, un partito più centrista, e la Lega, un partito di destra euroscettico, con tendenze filo-russe». Ciò comporta che se Giorgia Meloni «dovesse tentare cambiamenti radicali e di estrema destra, i suoi alleati di centrodestra probabilmente la bloccherebbero». Poi Lockwood passa ad approfondire l’aspetto europeo: «Un’altra ragione per cui Meloni ha mitigato l’euroscetticismo del suo governo è perché sa che l'Italia non può permettersi di inimicarsi l'Europa. Ha ottenuto la quota maggiore di un fondo Ue per aiutare i Paesi nella ripresa dopo il Covid, 194 miliardi di euro. Il prezzo per questa moderazione, tuttavia, è la mancanza di riforme». Qui si entra nel passaggio più critico del reel: «La sua amministrazione non fa, o cambia, molto», prosegue. «Questa tattica potrebbe tenerla al potere, ma potrebbe essere un problema per l'economia in futuro. Anche con il flusso di fondi Ue, si prevede che l’economia italiana cresca solo dello 0,7% quest'anno, lasciando gli scettici a interrogarsi su come andrà l'economia quando finiranno i soldi». E conclude: «L’equilibrismo di Meloni le sta dando buoni frutti. Resta contraddittoria, tra momenti di fuoco populista e altri di buonsenso moderato. Per ora, sembra funzionare». Al di là del passaggio finale, rileva il riconoscimento della stabilità e della postura internazionale che ha reso centrale l’Italia.

TRE ANNI DI STABILITÀ
Appena qualche giorno fa era il Guardian a considerare Giorgia Meloni un modello che Nigel Farage, leader del partito eurocritico “Reform UK” potrebbe considerare per darsi un posizionamento più compatibile con un’esperienza di governo. «Durante i suoi tre anni da Primo Ministro Italiano, Meloni ha superato il populismo di destra, guadagnandosi il rispetto degli altri leader -tra cui Keir Starmer- per il suo pragmatismo e la sua flessibilità». Il giornale britannico peraltro cita un’istantanea dell’ultimo G7 in cui la leader italiana appare perfettamente a suo agio tra i colleghi del vertice. E qualche settimana fa anche un approfondito pezzo del Welt tedesco aveva sottolineato la stabilità italiana, paragonandola alla situazione francese che invece era alle prese con l'ennesima crisi di governo e di problemi con il debito. Stabilità, quella nostra, sia dei conti pubblici che sul piano della tenuta di governo. Una situazione «insolita» ebbe a sottolineare la testata tedesca, evidenziando anch’essa le passate esperienze in cui l’Italia aveva avuto governi fragili.