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DiMartedì, Bersani vede un video di Meloni: sbrocca in tv e insulta

di Roberto Tortoramercoledì 19 novembre 2025
DiMartedì, Bersani vede un video di Meloni: sbrocca in tv e insulta

2' di lettura

Tutti in piedi sul palco del Pala Parthenope di Napoli a saltare, al grido di "Chi non salta comunista è". E bùm, subito video virale che sta facendo discutere, con le immagini della premier Giorgia Meloni che canta e balla sul coro preferito dai fedelissimi di centrodestra. Un’esibizione che resterà celebre, avvenuta al termine del comizio di sostegno a favore della candidatura di Cirielli alle elezioni regionali in Campania. Presenti, oltre alla Meloni, anche Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi. Un coro intonato durante l’esecuzione dell’Inno di Mameli. Sorrisi, strette di mano e un ultimo selfie di gruppo.
Di quest’esibizione si è parlato anche a “diMartedì”, salotto di approfondimento politico di La7 condotto da Giovanni Floris.

In studio uno degli ospiti ormai abituali, cioè Pier Luigi Bersani, ex-segretario del Partito Democratico, oltre che membro fondatore. Bersani guarda il video con un certo fastidio e, una volta tornati in studio, commenta con disprezzo: “E chi salta che governo è? Di saltimbanchi… purtroppo questi modi testimoniano un fatto molto serio, la politica è ridotta a demagogia e avanspettacolo. Questo è un governo che non riconosce i problemi, non li guarda in faccia, li nega, li annega nella propaganda.

Tre anni sono lunghi, non si può più dar la colpa a chi c'era prima. Noi, come crescita cumulata in questi tre anni, siamo al diciottesimo posto e l'anno prossimo saremo all'ultimo di tutta l'eurozona. Quando arrivarono loro, noi eravamo sopra la media dell'eurozona nei primi posti”. Sui social piovono le lamentele e le critiche, c’è chi denigra proprio l’ex-segretario piddino: “Bersani tra gli ultimi rottami comunisti: da fondatore di partito a distruttore di narrazioni paesane. Un perdente di lusso. Offeso perché ‘chi non salta comunista è’”. C’è chi, invece, ricorda il suo vecchio slogan “lo smacchiamo il giaguaro” e i balletti elettorali a corredo per certificarne l’ipocrisia e chiede legittimamente: “Quando ballava lui e suoi amici andava bene, giusto?”.