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Da Lupi e Tajani un sì al proporzionale

Il leader di Noi Moderati: "Favorevoli a reintrodurre le preferenze". Il vicepremier: "Fi attrae i delusi dal Pd"
di Pietro De Leolunedì 1 dicembre 2025
Da Lupi e Tajani un sì al proporzionale

3' di lettura

Si è chiusa ieri, a Roma, l’Assemblea nazionale di Noi Moderati. Una tre giorni in cui il partito guidato da Maurizio Lupi ha definito i contorni del proprio messaggio identitario e «varato» formalmente il movimento giovanile. Chiudendo la kermesse, Lupi ha tracciato il bilancio del percorso fin qui compiuto dal movimento. «Siamo nati solo due anni fa, cresciamo e ci radichiamo sui territori, grazie ad una classe dirigente importante. Una scommessa - ha proseguito - che abbiamo giocato insieme alla leader della nostra coalizione, Giorgia Meloni, sapendo fin dall’inizio che il pluralismo è una ricchezza e che si governa, si vince o si perde insieme». RISULTATI Lupi ha rivendicato inoltre il risultato nei vari appuntamenti con le urne per le regioni: «Volevamo essere la quarta proposta politica del centrodestra e oggi lo siamo diventati: su 8 milioni e 647mila voti validi espressi alle elezioni regionali dall’inizio della legislatura, le nostre liste hanno preso più di 241mila voti, il 2,9 per cento circa. Un valore politico di cui essere consapevoli e che, ad un anno e mezzo dalle elezioni politiche, rappresenta uno stimolo ad aprirci ancora di più». Dopo l’ultima tornata di regionali, c’è un argomento che tiene banco, la legge elettorale. Lupi ha sottolineato la necessità di aprire il «cantiere» nella primissima parte del 2026: «Penso che dall’inizio dell’anno prossimo, passata la legge di bilancio, si debba confrontarsi e discutere, anche con l’opposizione».

Quanto al merito, «va bene il proporzionale col premio di maggioranza, ma deve esserci a due condizioni: il Parlamento metta l’introduzione delle preferenze e ci devono essere i listini di coalizione se si sostituiscono i collegi». E sull’opzione di indicare o meno il nome del candidato premier, su cui in maggioranza ci sono posizioni diverse (con perplessità di Forza Italia e Lega), Lupi propende per il sì: «si indichi con chiarezza, prima di andare al voto, chi sarà il prossimo presidente del Consiglio». La giornata di ieri ha visto la chiusura del ciclo dei leader del centrodestra. Sul palco è salito Antonio Tajani, Ministro degli Esteri e Segretario Nazionale di Forza Italia. «Il compito di Forza Italia e di Noi Moderati non è di andare a prendere i voti a Fratelli d’Italia o alla Lega, loro coprono uno spazio elettorale diverso, noi abbiamo il dovere di rafforzare e consolidare la nostra posizione. La casa dei centristi in Italia e in Europa si chiama Partito Popolare Europeo, noi siamo qua, questo è il compito politico che noi abbiamo, più lo facciamo assieme meglio è, l’importante è che alle prossime elezioni politiche si arrivi con un risultato che allarghi la presenza centrista nell’area di governo». IL

LEADER AZZURRO
Tajani ha sottolineato come l’istanza moderata sia assente dalla sinistra: «Il centrosinistra non esiste più. Esiste solo la sinistra dove Schlein, Conte, Fratoianni e Bonelli si inseguono per dire tutte le stesse cose». Sul fronte della legge elettorale, Tajani osserva: «Una legge proporzionale, modello comunale o regionale, secondo me dà più possibilità ai territori di essere rappresentati e dà più possibilità agli elettori del centrosinistra di fare una scelta centrista».

Quanto alle preferenze, ha evidenziato: «Dovremo trovare l’accordo con i nostri alleati», ma «Io personalmente, essendo stato sempre eletto con le preferenze tranne l’ultima volta, sono favorevole. Vediamo come. L’importante è che ci sia la strategia e il percorso da seguire». Sul palco ieri anche Mariastella Gelmini, che in Noi Moderati ricopre il ruolo di capodelegazione al Senato. Anche lei ha sottolineato la crisi della proposta riformista in una sinistra che «va in piazza con Landini, ma non sa cos’è il lavoro o qual è oggi la condizione delle donne e dei giovani». Dunque «tocca al centrodestra unito mettere al centro le ricette per evitare la fuga del cervelli, per consentire ai giovani di rimanere in Italia, per consentire alle donne di non dover scegliere tra maternità e lavoro».