La partita per il futuro di Repubblica e La Stampa va ai supplementari. E la strada delle due testate sarà destinata a separarsi. I vertici di Gedi hanno firmato un’intesa con l’armatore greco Theodore Kyriakou per prolungare di altri due mesi la trattativa in esclusiva, con l’obiettivo di cedere gli asset editoriali dell’ex gruppo Espresso, escluso il quotidiano torinese. Il precedente periodo di esclusiva con Antenna Group di Kyriakou era terminato a inizio dicembre e alla scadenza si è fatto avanti Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica, che ha presentato un’offerta da circa 140 milioni tramite la sua Lmdv per contendere all’imprenditore greco le attività editoriali (oltre i due giornali, anche il sito HuffPost) e le radio di Gedi (Deejay, Capital e m2o).
Quest’ultima, insieme all’azionista di controllo Exor, la cassaforte della famiglia Elkann - che detiene quote in Stellantis, Ferrari, Juventus, Cnh, Iveco e Philips - ha deciso di continuare il negoziato con Antenna formalizzando una nuova fase di esclusiva per definire i dettagli dell’operazione. Come detto, il gruppo greco ha però già fatto sapere di non essere interessato alla Stampa.
La proprietà ha detto al comitato di redazione che ci sono varie «interlocuzioni» in corso per decidere chi potrebbe acquistare il giornale. Quella più avanzata è con Nem, società creata da una cordata di imprenditori veneti, che nel 2023 aveva acquistato da Gedi un gruppo di quotidiani del nord est: tra cui Il Mattino di Padova, il Messaggero Veneto di Udine, Il Piccolo di Trieste, il sito Il Nord Est Economia. A Nem potrebbero affiancarsi alcuni imprenditori torinesi e piemontesi, in particolare della provincia di Cuneo, ma per ora non c’è niente di ufficiale.
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Repubblica chiude i battenti, ma non in modo definitivo. Dopo due giorni di assemblea la redazione del quotidiano dirett...«Rispetto alle nostre richieste» si legge in una nota del comitato di redazione de La Stampa «non è stata data alcuna garanzia sul futuro della testata, sui livelli occupazionali, sulla solidità del potenziale compratore, sui destini delle attività messe in comune a livello di gruppo». Secondo il direttore del quotidiano, Andrea Malaguti, che sostiene che la cessione sia causata dal «bombardamento mediatico» su Elkann, «è stato venduto un pacchetto unico ai greci, che hanno detto di non volere la Stampa. La proprietà ci ha detto di stare tranquilli, che chiuderanno la trattativa anche per noi, ma la situazione è di enorme incertezza».
Antenna è stata fondata nel 1989 dal magnate dei media Minos Kyriakou ed è ora gestita dal figlio Theodore. L’attività principale della famiglia è il settore marittimo, ma è attiva anche nel settore immobiliare e nella gestione patrimoniale. La vicenda si porta dietro ricadute sindacali. Anche perché, dopo mesi di indiscrezioni, soltanto mercoledì scorso le redazioni dei due quotidiani sono state informate dalla proprietà dell’intenzione di vendere. La notizia ha scatenato una dura reazione, con l’assemblea dei giornalisti de La Stampa che ha deciso di non fare uscire il giornale ieri, mentre quella di Repubblica ha proclamato lo stato di agitazione, dicendosi pronta a scioperare per cinque giorni.
La redazione di Repubblica si è detta «sgomenta» di aver appreso dai notiziari delle trattative in corso. «Si tratta della stessa azienda che, ormai da mesi e di fronte alle nostre ripetute richieste, ha costantemente negato l’esistenza stessa di trattative di vendita» si legge in una nota.
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Di editoria, toghe e politica Carlo De Benedetti se ne intende, eccome. Ecco perché l'intervista del patron d...Di sicuro la vendita di Gedi rappresenta l’uscita di scena definitiva dalle attività editoriali degli Elkann. Le partecipazioni della famiglia nel settore dei media si sono ampliate nel 2019, quando Exor ha acquistato da Carlo De Benedetti una quota del 43% di Gedi, che possedeva La Repubblica, una dozzina di quotidiani regionali e tre popolari stazioni radio commerciali, per 102 milioni di euro. Exor, presieduta da John Elkann, ha ottenuto la proprietà dell’intero gruppo dopo un’acquisizione che ha portato alla cancellazione di Gedi dalla Borsa di Milano nel 2020. Di certo il gruppo editoriale non gode di ottima salute: nel 2024 ha registrato una perdita di 15 milioni di euro e un fatturato di 224 milioni di euro, rispetto ai 900 milioni di euro del 2015.
Sulla cessione ai greci è intervenuto anche Pier Silvio Berlusconi. «È una notizia che mi trova stranito, peccato. Il mercato è il mercato, ma da italiano il fatto che un pezzo di storia dell’editoria, del giornalismo, dell’informazione del nostro Paese vada in mani straniere un po’ dispiace» ha dichiarato l’amministratore delegato di Mediaset. Intanto ieri il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini, ha convocato per oggi i vertici di Gedi ei comitati di redazione dei due giornali.




