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Landini e lo sciopero, panico per Repubblica e fango su Meloni: "Dove sono i patrioti?"

venerdì 12 dicembre 2025
Landini e lo sciopero, panico per Repubblica e fango su Meloni: "Dove sono i patrioti?"

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"Notizie che arrivano da oltre 50 città sono molto positive. Piazze riempite e fabbriche svuotate". Festeggia, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dal palco in piazza del Carmine a Firenze dove si concude la manifestazione regionale per l'ennesimo sciopero generale indetto dal sindacato, questa volta contro la manovra finanziaria del governo.

"La maggioranza dei lavoratori, delle lavoratrici e dei pensionati oggi è in piazza - assicura Landini - e questo vuol dire che questo governo non rappresenta la maggioranza e la volontà dei cittadini del nostro Paese". Secondo il segretario generale della Cgil, "questa è una manovra che da una parte assume i vincoli dell'austerità europea e dall'altra dice che l'unico investimento pubblico che sarà fatto nei prossimi anni sarà un investimento per il riarmo". 

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Quindi interviene sulla questione che più sembra preoccupare la sinistra italiana, la vendita di Repubblica, e lo fa senza mai citare l'artefice dell'operazione John Elkann, chiamando però in causa il governo di Giorgia Meloni.  "Oggi nelle nostre manifestazioni in tutta Italia daremo voce anche ai giornalisti di Repubblica e La Stampa, perché pensiamo che quello che sta succedendo è un tentativo esplicito di mettere in discussione la libertà di stampa e la possibilità concreta di proseguire e di fare serie politiche industriali".

"Abbiamo imprese e imprenditori che, dopo aver fatto i profitti, chiudono le imprese e se ne vogliono andare dal Paese per usare i soldi, la ricchezza prodotta da chi lavora, da altre parti". Ecco, chiede Landini, "quelli che fanno i patrioti dove sono? Stanno difendendo chi? Difendono quelli che pagano le tasse che tengono in piedi il Paese o difendono quelli che chiudono le aziende e investono da un'altra parte?". 

Sulla manovra, che dovrebbe essere il centro della protesta, Landini sottolinea come in Italia la tassazione su lavoro dipendente e pensionati sia "più alta che sulla rendita finanziaria e immobiliare". E rilancia la patrimoniale sulle ricchezze oltre i 2 milioni di euro. Una tassa dell'1,3% che riguarderebbe 500mila italiani e che genererebbe un gettito di 26 miliardi da utilizzare per finanziare sanità, scuola e welfare. "Per poter investire nella sanità e nella scuola, per poter fare le assunzioni di medici e infermieri e stabilizzare i precari c'è bisogno di investimenti pubblici - ha aggiunto - i soldi devi andarli a prendere dove sono. Noi abbiamo avanzato proposte di riforma fiscale, partendo dal fatto che tutto deve tornare a essere progressivo".

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Per il leader sindacale "il lavoro deve avere diritti, basta sfruttamento" e la mobilitazione di oggi dimostra che "c'è la maggioranza di questo Paese, del mondo che lavora, che chiede un cambiamento delle politiche economiche e sociali". "Queste piazze - conclude - dimostrano che il governo non ha il consenso della maggioranza del Paese e che il Paese reale chiede al Parlamento e al governo dei cambiamenti veri. Quando ci raccontano che tutto andrebbe bene, perché sta aumentando l'occupazione, anche qui dobbiamo dire la verità: stanno raccontando un mondo di balle. L'unica occupazione vera che cresce riguarda le persone che hanno più di 50 anni e non è che improvvisamente vogliono continuare a lavorare. Semplicemente non possono più andare in pensione".