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Da Abu Mazen schiaffo ai pro-Pal Sale sul palco e ringrazia Giorgia

Il presidente dell’Anp loda l’operato del governo italiano su Gaza: "Da voi un sostegno forte al nostro popolo"
di Tommaso Montesanosabato 13 dicembre 2025
Da Abu Mazen schiaffo ai pro-Pal Sale sul palco e ringrazia Giorgia

3' di lettura

Ad Atreju ieri è stato il giorno del presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, che ha svolto un attesissimo intervento dal palco. Prima, però, il leader palestinese e la presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, si sono confrontati a Palazzo Chigi in un vertice bilaterale. A conferma della fitta agenda “mediorientale” della premier, dato che il colloquio precedente era stato riservato a Rom Baslavky, giovanissimo militare rapito il 7 ottobre e tenuto prigioniero in un tunnel, tra violenze e privazioni, per due anni. Meloni e Abu Mazen parlano dell’attuazione progressiva del piano di pace del presidente americano, Donald Trump, con la premier italiana a ribadire «la determinazione dell’Italia a svolgere un ruolo di primo piano nella stabilizzazione e ricostruzione di Gaza». Su questo, ha ricevuto il sostegno del presidente palestinese. La presidente del Consiglio ha poi «rinnovato il supporto italiano al programma di riforme dell’Autorità palestinese».

ATTESTATO DIPLOMATICO L’attenzione si sposta poi a Castel Sant’Angelo, luogo della Capitale dov’è in corso la kermesse di Fratelli d’Italia. Si è accomodato in platea, per ascoltare il presidente dell’Anp, anche Gianfranco Fini, già leader di An, il quale parlando con Agi sottolinea che la presenza di questo ospite così rilevante. «È un fatto che dimostra quanto fosse fasulla la tesi secondo cui la destra, ieri come oggi, non ha a cuore la sorte del popolo palestinese».

Infatti, spiega Fini, «Abu Mazen è un personaggio che va ascoltato, è responsabile dell’Anp da tanti anni. L’unica alternativa a Hamas negli anni passati era rappresentata da lui». È la stessa premier a introdurre Abu Mazen sul palco, ringraziandolo per la presenza e alludendo poi agli scontri politici in Italia sulla postura osservata durante la crisi, dove la sinistra ha accusato il governo di scarsa sensibilità alle istanze palestinesi. La partecipazione di Abu Mazen, spiega Meloni, «fa anche giustizia di tante falsità che abbiamo ascoltato sul governo italiano negli ultimi due anni». Ma è lo stesso leader palestinese a spazzare via le ricostruzioni demagogiche sull’Italia. Spiega, infatti, che il governo «ha sempre espresso una grande solidarietà a livello umano, soprattutto nei confronti delle sofferenze della nostra gente nella Striscia di Gaza e soprattutto per il sostegno forte, stabile che è stato dato al diritto del nostro popolo di ottenere libertà e autonomia». E poi ringrazia per l’impegno profuso da Roma a livello umanitario. E questo passaggio, commenterà da Forza Italia la vicesegretaria Deborah Bergamini, rappresenta «un dato politico importante, che certifica il valore di un percorso condotto su iniziativa del ministro Tajani, su vari aspetti: dall’invio di generi di prima necessità nel programma Food for Gaza ai corridoi sanitari e accademici».

IL FUTURO DEI TERRITORI
Poi c’è il fulcro della questione: il tema dello Stato palestinese. Abu Mazen esplicita la speranza del riconoscimento italiano che «andrebbe a rafforzare il principio dei due Stati e le fondamenta della pace della regione». E sottolinea: «Noi crediamo che la Palestina possa ottenere la sua indipendenza sui territori definiti dai confini del 1967, con Gerusalemme est come capitale, uno Stato che possa vivere a fianco dello Stato di Israele in piena pace e con rispetto reciproco. Questa è l’unica via per garantire la sicurezza e la stabilità permanente della nostra regione». E sembra lanciare un messaggio a Israele: «Lo Stato di Palestina non sarà una preoccupazione securitaria per nessuno, ma anzi sarà un partner per la costruzione della pace». Quanto alla prospettiva futura, osserva: «Vogliamo vivere nella nostra patria con libertà e dignità in uno Stato che rigetta la violenza, così come fa l’Italia. Confermiamo che vogliamo favorire un processo elettorale, sia parlamentare che presidenziale».