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Askatasuna, da Zerocalcare a Barbero: i vip che difendono il centro sociale

di Alessandro Gonzatodomenica 21 dicembre 2025
Askatasuna, da Zerocalcare a Barbero: i vip che difendono il centro sociale

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Zerocalcare ma molto coraggio. Il fumettista amico di Ilaria Salis, alla quale ha dedicato un volume, esalta gli antagonisti: «Ciao, sono Zerocalcare», ha scritto in una lettera aperta. «Nei giorni scorsi, quando c’è stata la vicenda della fiera dell’editoria, più di un giornalista ha pensato di mettermi in difficoltà chiedendomi dei miei rapporti con Askatasuna, dicendo “eh, i libri dei nazisti non vanno bene, però va bene Askatasuna con tutto quello che combina?”». Un inciso: uno degli organizzatori della protesta “anti nazifascista” di “Più libri più liberi” è stato Mattia Tombolini, assistente parlamentare della Salis.

Torniamo a Zerocalcare: «Loro pensavano che questa roba (il sostegno ad Askatasuna, ndr) potesse essere motivo d’imbarazzo per me, ma in realtà non ci potrà mai essere nessun tipo di imbarazzo. Cioè la risposta è: sì, raga, non solo Askatasuna con tutto quello che combina va bene, ma proprio per tutto quello che ha combinato negli anni io non gli potrò mai dire abbastanza grazie. È stato uno spazio di cultura dove ho visto cose, gruppi che non avrei mai potuto vedere altrove, è stato un motore di immaginario e di conflitto importantissimo per tutta Italia, è stato un pezzo fondamentale per tanti e tante di noi per formarsi una coscienza critica. Io non riesco proprio a immaginarmi Torino senza Askatasuna (è un po’ come se sparisse la Mole, si capisce, ndr) e spero che, tra l’altro, non mi dovrò mai abituare a immaginarmela, perché spero che sia soltanto una questione di tempo. E in questo tempo, fino a che non ci sarà un nuovo tetto, spero che le strade siano piene di gente che lo reclamano. Ciao, a presto». Le strade si sono riempite di zucche vuote, molte ornate di kefiah, le quali hanno assaltato la polizia, spaccato macchine e insozzato ovunque.

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Lo scrittore e storico Alessandro Barbero, tra i riferimenti dell’intellighenzia di sinistra, abita vicino al centro sociale sgomberato giovedì dalle forze dell’ordine dopo trent’anni di occupazione. Barbero, a marzo 2023, è stato il grande ospite di un evento organizzato da Askatasuna, accolto come una stella dal popolo No Tav. Poi in un’intervista a La Stampa (la stessa Stampa devastata recentemente dai violenti rossi) ha spiegato che «i centri sociali sono una ricchezza delle città italiane e favoriscono incontri tra pensieri diversi»: dialogano proficuamente con le forze dell’ordine, devastano cantieri e occupano binari perseguendo il metodo socratico.

C’è chi ha difeso i militanti di Askatasuna anche in tribunale: il vip più vip è l’attore Elio Germano, al quale oltre a Zerocalcare si è unito il fondatore dei Subsonica, Max Casacci. Quest’ultimo l’altro giorno era di fronte al centro sociale mentre veniva ripristinata la legalità: «Lo sgombero è solo un atto di forza spacciato per un’azione securitaria». Il terzetto ha testimoniato a favore degli attivisti accusati di associazione a delinquere, accusa poi caduta, ma ci sono state comunque condanne minori.

Torinese e strenuo difensore di Askatasuna anche il rapper Willie Peyote, che in realtà si chiama Guglielmo Bruno: il Peyote (ieri tra i manifestanti) si è esibito più volte al centro sociale, e nel 2022 è stato denunciato per manifestazione non autorizzata: aveva cantato di fronte all’immobile nonostante la diffida del questore. Con lui c’erano altri artisti come Madaski, Errico Canta Male, Mauràs, e se non li conosciamo è solo colpa nostra, scusateci.

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È noto invece il signor Caparezza, nome d’arte di Michele Salvemini, che per l’anno prossimo aveva già in programma un concerto all’interno del palazzo liberato dalle forze dell’ordine: da capire come rimedierà. Attenzione, pure la Cgil sta con Askatasuna. Cosa c’entra il sindacato dei lavoratori coi collettivi? Niente, e infatti il segretario generale, Giorgio Airaudo, ieri al corteo di protesta ha nuovamente difeso l’indifendibile: «Penso che il Comune di Torino abbia fatto la cosa giusta e che deve riprendere quella strada, che è una strada di dialogo, che è una strada che mette a disposizione del quartiere spazi, che ovviamente si fa carico di una mediazione sociale, ovviamente il discrimine delle responsabilità e della non violenza è fondamentale, per me lo è, io sono un obiettore di coscienza». C’è il dettaglio che la violenza, per diversi appartenenti ad Askatasuna, è la normalità.

Selvaggia Lucarelli ha difeso Sara Munari (maggio 2024), una dei leader degli antagonisti, ma l’ha fatto in merito a una manifestazione pro-Pal durante cui era stata arrestata: «Ho intervistato Sara più volte, è una giovane di rara intelligenza che ci ricorda il senso della parola “attivismo”». Per la beatificazione c’è tempo.