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Ghedini preme sulla riforma della Giustizia

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"Magistrati con potere illimitato; liberiamo il premier dai processi". Bersani: "Al Pdl interessa solo questo"

Roberto Amaglio
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All'antivigilia dell'atteso discorso del premier Berlusconi sui cinque punti programmatici di Governo, a spostare l'attenzione dei media sul tema della giustizia è stato direttamente Nicolò Ghedini, parlamentare del Pdl nonché avvocato personale del presidente del consiglio. Nel corso della festa del Popolo della Libertà di domenica, infatti, l'onorevole è tornato a invocare un'immediata riforma della giustizia, accusando la magistratura di avere un potere elevatissimo e inalterato rispetto al passato. "Finora non siamo riusciti a riformare la giustizia per i veti incrociati al nostro interno, ma oggi non è più possibile aspettare, bisogna fare le riforme sennò meglio andare a casa. Il processo non funziona perchè non funzionano i magistrati che vogliono mantenere inalterato il loro potere. Quando Berlusconi è stato assolto dopo le vicende del '94 non è successo nulla, ma questo succede anche per altri come nel caso di Vittorio Emanuele. Il Csm apre pratiche a tutela dei colleghi solo quando Berlusconi osa criticare i magistrati". E ancora. "La magistratura è un sistema fuori controllo, è l'unico potere che si autogiudica. Il nostro obiettivo è riequilibrare questo potere e si può fare solo attraverso una riforma costituzionale. Non è più tempo di trattare. Prima di raggiungere qualsiasi risultato sul fronte della giustizia, però, c'è bisogno che il presidente del Consiglio non sia sotto processo, perchè altrimenti ogni riforma viene strumentalizzata dicendo che si tratta di un golpe a favore del premier anche quando non è così. Per questo il mio compito è far sì che il premier non sia sotto processo". Replica Bersani - "Dalle parole dell'avvocato Ghedini e del ministro Alfano si capisce benissimo quale, tra i cinque punti di programma di cui parlerà il presidente del Consiglio, sia quello fondamentale e che più interessa Berlusconi e il Pdl. Inutile che usino tanti giri di parole, che si citino le grandi riforme, che si mettano insieme tutti gli altri punti: da mesi il Paese è bloccato attorno al problema personale del capo del governo. A questo punto è bene che ci si chiarisca subito sul tema giustizia e sul significato concreto che dovrà avere la riforma, perchè è chiaro che ciò condizionerà la situazione politica e legislativa. E' ora che le Camere dicano se i cittadini sono ancora o no tutti uguali davanti alla legge, come prevede la Costituzione. E' su questo punto che il Parlamento si deve esprimere con chiarezza".

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