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Consolo: "Giustizia, su riforma si può trattare"

Belpietro intervista il parlamentare di Futuro e Libertà: "Csm va sdoppiato: stessa carriera è anomalia tutta italiana"

Andrea Tempestini
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E' il giorno della riforma della giustizia. Le opposizioni fanno le barricate, mentre il Terzo Polo si mostra possibilista. Ne La Telefonata di Mattino 5, il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, ne discute con il parlamentare di Futuro e Libertà, Giuseppe Consolo. Che ne pensa di questa riforma della giustizia? Si può dialogare sul tema? Io direi che se ne discute da troppi anni e ancora di concreto non è stato fatto niente. Quando nel 1989 entrò in vigore il codice Vassalli sembrò una riforma epocale, poi niente è successo. Io desidero fare una premessa: Futuro e Libertà non è il partito del 'signor no'. oi valutiamo i provvedimenti di legge per quello che sono. Se li reputiamo buoni, li sosteniamo. In questo caso non possiamo ancora esprimerci perché dobbiamo ancora leggere la riforma. Ma i giornali pubblicano alcune indiscrezioni: separazione delle carriere e doppio Csm. E' un'idea su cui si può discutere o è una proposta irricevibile? Si può e si deve discutere perché siamo l'unico paese nel mondo in cui chi accusa e chi giudica fanno la stessa carriera. Io credo che gli stessi magistrati al di là delle dichiarazioni ufficiali lo vogliano. Una sparuta minoranza di magistrati non fa un buon servizio alla categoria. L'articolo 111 della Costituzione parla di Giusto processo, al cui centro c'è il giudice, e poi avvocati di difesa e accusa: l'unicità delle carriere mi sembra un non senso. Da questo deriva che il Csm vada sdoppiato: non avrebbe senso separare le carriere e lasciare un unico organo di autodisciplina. Un altro degli argomenti della riforma è l'obbligatorietà dell'azione penale. Rimane, ma il Parlamento varerebbe delle indicazioni, dicendo ai Pm quali sono i reati principali da perseguire. Succede già in Francia. Si può applicare in Italia? Si può, ma è uno dei punti più delicati. Guai ad abolire l'obbligatorietà dell'azione penale e guai a mettere il pubblico ministero alle dipendenze dell'esecutivo. Il pm deve essere soggetto soltanto alla legge come i giudici sono soggetti soltanto alla legge. per quanto riguarda poi sottomettere o sottoporre il pm al Guardasigilli io non la reputo una cosa giusta. Questo però non sembra esserci nel testo.... Infatti sarebbe meglio prima leggere gli atti e il provvedimento. L'altro tema è la responsabilità civile dei magistrati, la possibilità di citarli che ora è possibile ma molto difficile: bisognerebbe dimostrare il dolo. Se un giudice mette in galera unn innocente alla fine ne deve rispondere. Lei che ne pensa? Posto così, il suo ragionamento non fa una piega. Però bisogna stare attenti, io ridurrei e ricorderei che oltre al dolo c'è la colpa grave, beh, in caso di colpa grave e dolo mi sembra scontato che come ogni pubblico dipendente, anche se il pm fa un lavoro assai più delicato, debba pagare. Però questo è un punto molto delicato: potrebbe essere inteso come l'anticamera del condizionamento dei giudici nelle loro decisioni. Lei prima diceva che il suo partito non è quello del 'signor no'. Ma pensa che le sue opinioni siano condivise nel partito? Guardi, noi abbiamo una caratteristica, non siamo una caserma. Decidiamo dopo aver discusso. Una volta che prendiamo una decisione la rispettiamo. Però sull'autorizzazione a procedere vi siete divisi. Lei ricorda un punto sul quale ero relatore. Io sono stato anche quello che ha fatto la dichiarazione di voto per il partito, e il partito ha dato libertà di voto perché non si pensasse che noi votassimo in un certo modo per negare l'autorizzazione a procedere. Non lo abbiamo fatto. La Giunta ha rilevato per ben due volte quella che era una violazione della norma commesa da un organo giudicante e quindi abbiamo restituito gli atti.

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