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Ma se i potenti li chiami avvoltoi si arrabbiano

Casta... e effetto: in libreria spopolano titoli come "Sanguisughe" e "Indignati". Demagogia? La gente s'incazza e quindi legge

Giulio Bucchi
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Uno va in libreria e trova questi titoli: «Sanguisughe», «Avvoltoi», «Vandali», «Indignati», «Mediocri», «Impuniti», «Metastasi», «La casta», «La cricca» e «La ciurma». Spicca il catalogo della casa editrice Chiarelettere per il contributo a un clima sempre più disteso: «Lotta civile», «Prepariamoci», «Ribellarsi è giusto», «Adesso basta», «Se non ora, adesso», «Prepariamoci», «Come abbattere un regime» e «Avanti tutta». Di prossima pubblicazione, presumiamo, «Bastardi e rottinculo», mentre Marco Travaglio sta preparando un nuovo bestseller dedicato alle larghe intese: «Banzai». Uscito dalla libreria, uno torna a casa e vede il sondaggio diffuso da Ballarò, quello secondo il quale un'ampia maggioranza di italiani (il 61 per cento) pensa che l'intervento prioritario contro la crisi sia la riduzione del numero dei parlamentari. E capisce che siamo alla follia: è un costo infinitesimale se raffrontato coi nodi storici del Paese. Sicché, ora, dovremmo fare una reprimenda sulla demagogia di quei giornalisti che contribuiscono al qualunquismo e a alla superficialità: sbagliato. Perché i giornalisti devono rispondere solo della veridicità di quanto scrivono, da una parte. Dall'altra, perché non è che la gente legge certi i libri e allora s'incazza: s'incazza, e allora legge certi libri.

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