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Rabbia La Russa: "Comanda la Cgil. Alfano e Pdl, svegliamoci"

Il coordinatore nazionale azzurro a Libero: "Il partito va a ruota libera, qua serve l'intervento di Berlusconi. Monti timido"

Giulio Bucchi
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«Chiederò a Berlusconi di convocare l'ufficio di presidenza del partito». Nel Pdl, il coordinatore Ignazio La Russa guida l'ala più severa verso il governo.      E per discutere cosa? È a rischio il vostro sostegno? «No, non dico questo. Ma ritengo opportuno che il partito affronti questo caso di mancanza di simmetria». Simmetria? «Le liberalizzazioni sono state fatte per decreto, la riforma del lavoro con un disegno di legge». E allora? «Per tassisti e farmacisti è valso il criterio dell'urgenza e della necessità. Per il lavoro no, nonostante i richiami dell'Europa». Il governo ha l'autonomia di scegliere lo strumento legislativo. «Sulla carta. Ma  nella valutazione ha pesato il diktat della Cgil, che ha una posizione ideologica  e non difende realmente gli interessi dei lavoratori,  li danneggia. E la cosa preoccupante è che, di fronte ai no della Camusso, i professori hanno abbassato la testa». Dicono sia stato Napolitano a suggerire la via della legge delega. «Non so se sia stato Napolitano, io me la prendo con il governo. Monti ha usato due pesi e due misure». Che avete intenzione di fare? «Per il momento il Pdl va a ruota libera: c'è chi dice “dimissioni”, chi dice “pazienza”, chi dice “ci vediamo in Parlamento”». Una Babele. «Ai miei tempi si convocava il Comitato centrale». All'epoca del Movimento sociale (mentre si lascia intervistare al cellulare, a La Russa scappa via il cane: «Fiammaaaa, torna qui!», ndr). E oggi? «Un partito serio riunisce il vertice, assume una linea e poi tutti si orientano di conseguenza. E questo anche per far capire a Monti che fatti del genere possono mutare la qualità dei rapporti tra Pdl e governo. Altrimenti i professori sono autorizzati a pensare che con noi possono fare qualsiasi cosa». E voi zitti e buoni. «In Parlamento c'è il rischio - la certezza, secondo me - che il testo del governo venga peggiorato e annacquato nei suoi contenuti qualificanti, vedi quel poco di flessibilità in ingresso e in uscita di cui si è parlato. Ma il nodo vero, al di là del merito, è politico». L'asimmetria. «Esatto. Il governo non si è posto problemi a fare decreti che hanno toccato le categorie di riferimento del centrodestra, mentre dimostra una sudditanza nei confronti della Cgil che non mi piace affatto». Rai e ddl anticorruzione: addio al dialogo con governo, Pd e terzo polo?  «Non annuncio rappresaglie». Però? «Però Monti e soci devono sapere: se pensano che il Pdl incassa senza reagire si sbagliano di grosso». Il Professore deve riconquistarsi la vostra fiducia. «Dico che decideremo   come valutare i prossimi provvedimenti dell'esecutivo. Ed è per questo che va convocato l'ufficio di presidenza». Il vertice andrebbe riunito anche per discutere il “caso Verona”: i ribelli pro Tosi sono stati messi alla porta. «Schierarsi contro il proprio partito in campagna elettorale: quale comportamento più grave ci può essere?» Giusta la sanzione disciplinare, allora? «La sospensione è il massimo strumento che ha, per statuto,   il segretario. Ma nei confronti di chi fonda una lista per appoggiare  un candidato avversario, non c'è altra strada che l'espulsione». Verona a parte, con il Carroccio  l'alleanza è del tutto pregiudicata. O no? «Anche oggi (ieri, ndr) ho avuto contatti con i leghisti. In alcune città il rapporto tra noi può essere preservato. Loro stessi non parlano di interruzione definitiva del sodalizio. Il cordone ombelicale non è ancora da tagliare». di Salvatore Dama

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