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Dai gigolò di Rosy alla magia nera della moglie: leggi tutte le carte

Le irregolarità del tesoriere a favore della Marrone e della fedelissima. Pm: "Denaro di provenienza illecita". Spunta Calderoli

Giulio Bucchi
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Una nemesi storica, una vendetta bella e buona. Un colmo. Umberto Bossi è caduto per colpa dei "terroni" della Lega e del suo "Cerchio magico". Il partito più anti-meridionale della storia della Repubblica italiana scivolato per colpa delle oscure manovre finanziarie dell'ex tesoriere Francesco Belsito, che ha distolto soldi alle casse per pagare le case di Rosy Mauro, la badante del Senatùr e fedelissima del capo, e le faccende familiari gestite dalla moglie Manuela Marrone. C'è questo, e molto di più, nelle 123 pagine dell'informativa redatta dal Noe dei Carabinieri su incarico della Procura di Napoli. Soldi anche per gli gigolò di Rosy Mauro L'informativa - Come sottolinea Andrea Scaglia su Libero in edicola oggi, venerdì 6 aprile, per il momento si tratta solo di conversazioni telefoniche intercettate, più che altro fra lo stesso Belsito e la responsabile amministrativa Nadia Dagrada, e dovranno eventualmente  esser poi supportate da elementi di prova più consistenti. E nessun esponente leghista, oltre all'ex tesoriere, risulta indagato. Ma si parla di malversazioni, foraggiamenti ai familiari di Bossi. E pettegolezzi e insinuazioni, come quelle sulla passione per la magia nera di Lady Bossi: "Ma tu sei andato a vedere dove dorme lei? Lo sai cosa c'è su in mansarda?", chiede la Dagrada a Belsito. "Ma tu parli della moglie (Manuela Marrone) o dell'altra (Rosy Mauro)?". "No, no, a Gemonio (...). C'è una brandina di quelle che sembrano per bambini, un comodino e una lampada. Per terra piena piena, libri di magia nera, cartomanzia, astrologia, ma ce ne saranno almeno un centinaio, tutti per terra, non su scrivania, niente, lei vive lì, quando è in casa lei è lì con quei libri". "E che cazzo fa? Eh, allora non ho via d'uscita, non sono né cartomante né mago". Odi e veleni - Politicamente, emergono lotte intestine, gelosie, fazioni. Insomma, la Lega come tutti gli altri partiti. Addio diversità padana. Bossi viene dipinto quasi come soggetto poco consapevole - "...il capo che dice sempre sì, perché se vai tu dice sì a te, se va lui dice sì a lui...", e poi ancora "...lui non capisce il rischio [...] che tu gli dica 2 milioni di euro, che tu gli dica 200mila, per lui non cambia niente..." - in altri appare invece del tutto cosciente della situazione - "...non può dire che non sa". Chi godeva dei soldi - A godere dei soldi distratti da Belsito erano lo stesso Umberto Bossi insieme con i tre figli Renzo, Riccardo e Roberto, e alla moglie Manuela Marrone, e alla vicepresidente del Senato Rosy Mauro, Roberto Calderoli e a Piergiorgio Stiffoni. Il documento, sottolinea Scaglia, parla di "flussi di denaro di provenienza illecita": "Nadia Dagrada - scrivono i Carabinieri - parla chiaramente del nero che Bossi dava tempo fa al partito. Ovviamente il significato del nero è riconducibile alla provenienza del denaro contante che può avere varie origini, dalle tangenti alle corruzioni o ad altre forme di provenienza illecita e non tracciabile". In un'altra intercettazione, parlando sempre con Belsito, la stessa responsabile amministrativa ribadiva: "Anche perché o lui [Bossi] ti passa com'era una volta, tutto in nero, o altrimenti...". Tutto in un contesto in cui spiccano per assenza i revisori dei conti e qualsiasi controllo sulle irregolarità. Che Belsito e la Dagrada fossero pienamente a conoscenza della situazione risulta chiaro, per esempio, dalla conversazione in cui si dicono preoccupati per eventuali bastoni tra le ruote. In particolare l'ex ministro della Giustizia Roberto Castelli, componente del comitato amministrativo,  che pretendeva chiarimenti sui conti (la Dagrada: "Castelli vuole andare a vedere la cassa..."), addirittura vestendo gli inediti panni di detective che, solo il 3 febbraio scorso,  incontra Bonet nella sala vip dell'aeroporto di Linate per capire i termini di quell'operazione. Spunta "Silvio" - E' la Dagrada stessa a consigliare a Belsito di suggerire a Bossi di non cambiare il tesoriere (lo stesso Belsito, dimissionato dopo il caso degli investimenti padani in Tanzania): "Gli dici [a Bossi]: capo, guarda che è meglio sia ben chiaro, se queste persone mettono mano ai conti del Federale, vedono quelle che sono le spese di tua moglie, dei tuoi figli, a questo punto salta la Lega". E dunque vacanze, automobili, spese scolastiche, addirittura il dentista.  Fanno anche riferimento a un non meglio specificato "fascicolo" giudiziario che riguarderebbe uno dei figli di Bossi, riferendo di pressioni politiche sui magistrati per non farlo emergere - Dagrada: "...continuano a dire ai magistrati di mettere sotto il fascicolo?... ma prima o poi il fascicolo esce..." - in quest'ambito riferendosi anche a Berlusconi - sempre la Dagrada: "...è intervenuto più Silvio e so che ci sono di mezzo anche alti, ma alti del Pd". 

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