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DiMartedì, Giovanni Floris incalza Piercamillo Davigo: "Ma dietro c'è lei?", interrogatorio in diretta senza precedenti

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"Non è vero". Piercamillo Davigo smentisce clamorosamente Nicola Morra, il senatore ex M5s e presidente in carica della Commissione nazionale Antimafia. Ospite di DiMartedì a La7, intervistato da Giovanni Floris, l'ex pm di Mani Pulite ed ex membro del Csm, si difende sul tema dei verbali di Piero Amara trafugati e finiti nelle redazioni di Repubblica e del Fatto quotidiano.

 

 

 

 

Morra ha rivelato di essere stato messo a conoscenza del contenuto di quei documenti da Davigo, che nella primavera del 2020 li aveva ricevuti dal pm di Milano Storari. Versione smentita dallo stesso Davigo: "Al senatore Morra non ho fatto vedere nessun verbale. Lui ricorda male e dice cose fantasiose. Lui mi aveva chiesto di parlare insieme ad Ardita (altro membro del Csm, il cui nome secondo i verbali di Amara rientrerebbe tra gli iscritti della presunta loggia segreta Ungheria). Siccome con Ardita si sono rotti i rapporti di fiducia per questioni che qui non intendo affrontare, ho pregato Morra di seguirmi fuori dall'ufficio. Non gli ho fatto vedere nessun verbale. Lui dice di non sapere di che procura si trattasse, ma sui verbali c'è scritto in ogni pagina, quindi sarebbe stravagante. Non gli ho detto né chi parlava né di chi si parlava, e gli ho ricordato che era tenuto al segreto in quanto presidente della Commissione Antimafia".

 

 

 

 


Floris insiste: "Ma lei può consegnare un segreto in via ufficiosa a un politico, che poi magari cambia ruolo?". Davigo appare in difficoltà: "Non era venuto come amico, era venuto a chiedermi alcune informazioni giuridiche". "Queste carte a quanto pare finiscono alla sua segretaria che le fa finire ai giornali - incalza Floris -. Dice chi la contesta: se ci comportassimo come faceva Davigo, due indizi fanno una prova...". Tradotto: è di Davigo la manina che ha fatto girare i verbali? "No, gli indizi non fanno affatto una prova. Ho fatto di tutto per mantenere segreti questi verbali. È folle pensare che possa c'entrare con la loro divulgazione. Non ho divulgato un bel niente, la mia vita parla per me. Sono rimasto basito per i fatti che sono accaduti: se è stata la mia segretaria, non me ne capacito. Mi sembrava di assoluta affidabilità, era una funzionaria del Csm ed ha sempre avuto da tutti parole di elogio".

 

 

 


 

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