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David Parenzo contro Giorgia Meloni: "No a un presidente con la tessera Pd? Parole gravissime"

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Vietato dire no a un presidente della Repubblica del Pd. La sentenza è di David Parenzo, che in studio a L'aria che tira su La7, ospite di Myrta Merlino, se la prende ovviamente con Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d'Italia, dal palco di Atreju ma non solo, ha lanciato il suo diktat: "La pacchia è finita, il prossimo Presidente non deve avere la tessera del Pd". Parole brusche, forse, ma il ragionamento politico è lapalissiano e per certi versi ovvio: il problema è che arriva da destra, e dunque per alcuni commentatori risulta irricevibile. 

 

 

 

 

Da tradizione, il Pd e il centrosinistra sono stati sempre i "kingmaker" delle elezioni al Quirinale, capaci di portare sul Colle un nome condiviso come quello di Carlo Azeglio Ciampi, ma pur sempre d'area progressista, o di imporre il ben più divisivo Giorgio Napolitano, addirittura il primo comunista sul Colle. Lo stesso Sergio Mattarella, ex Dc e indubitabilmente moderato, aveva in tasca la tessera democratica. Ora che, parola di Matteo Renzi, il pallino è in mano al centrodestra, il rischio concreto che il prossimo presidente possa provenire da un altro mondo culturale rispetto a quello del Nazareno viene visto con orrore. 

 

 

 

 

 

 

 

Per questo, le parole della Meloni sono non solo un errore, ma una "vera sgrammaticatura istituzionale", spiega Parenzo. E questo perché "il Quirinale è una istituzione indipendentemente dalla tessera di appartenenza. È di una gravità inaudita il ragionamento della Meloni". Seguendo il filo del conduttore della Zanzara, dunque, lo stesso potrebbe valere per la candidatura di Silvio Berlusconi. Anche lui, dunque, una volta eletto diventerebbe il "garante di tutti", ben al di sopra dei partiti. Chissà com'è, a sinistra, nessuno la pensa così oggi.

 

 

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