Cazzola: "Il miliardo risparmiato con reddito cittadinanza? Vada a taglio cuneo fiscale"
Roma, 21 mag. (Labitalia) - "Dovrebbe essere destinato al taglio del cuneo fiscale, insieme alle risorse che saranno risparmiate sulle pensioni". Così Giuliano Cazzola, economista ed esperto di politiche previdenziali, parla con Adnkronos/Labitalia del miliardo risparmiato sulla spesa per il reddito di cittadinanza. Proprio sul risparmio della spesa pensionistica e sull'effetto 'Quota 100', si sofferma Cazzola. "Di questo aspetto non si parla -dice ancora- ma io trovo plausibile una stima fatta nei giorni scorsi dalla Fondazione Di Vittorio della Cgil, secondo la quale a fronte di un preventivo di spesa, stanziato in bilancio, di 21 miliardi in un triennio saranno impiegati solo 13,7 miliardi. Vi sarà quindi un residuo di risorse che non verranno utilizzate, sempre nel triennio 2019-2021, pari ad oltre 7 miliardi, cosi suddivisi: 1,6 miliardi nel 2019, 3 miliardi nel 2020, 2,6 miliardi nel 2021". Si tratta di "errori di previsione molto gravi -stigmatizza Cazzola- se si pensa all'ammontare di risorse che avrebbero potuto avere un'allocazione produttiva e quindi di maggior stimolo alla crescita e all'occupazione". "In sostanza -conclude Cazzola- gli esponenti del governo hanno scelto la via della spesa, ma si sono rivelati incapaci anche di fare assistenza". Cazzola commenta poi le dichiarazioni rilasciate ad Adnkronos dall'ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero e dice: "Ha ragione. Che l'Inps inviti ad andare in pensione è uno scandalo". Senza indugi. "Che gli italiani non potessero più andare in pensione se non in età avanzata -rimarca Cazzola- è una balla. In Italia, non ci sono mai state tante pensioni anticipate quante ne ha consentite la riforma Fornero. Nei flussi (le nuove pensioni) degli ultimi anni nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti, ogni 100 pensioni di vecchiaia ne venivano liquidate 220 di anzianità". "Quanto alla legge Fornero, è vero che si sono aperte temporaneamente e sperimentalmente solo dei percorsi di deroga (triennale per quota 100, fino al 2026 per l'aggancio automatico all'attesa di vita). Peraltro, i risultati dei pensionamenti sono inferiori alle attese, tuttavia la riforma è in sofferenza, è un po' in apnea. Queste misure lasceranno comunque delle conseguenze". E come si uscirà da queste misure quando esse varranno a scadenza? "Anche se -risponde Cazzola- la maggiore spesa (rebus sic stantibus) risulterà inferiore ai 48 miliardi previsti in un decennio, con queste misure ci siamo mangiati la metà dei risparmi previsti nella stesso arco di tempo grazie alla riforma Fornero (che aveva già avuto dei ritocchi non da poco)".