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Beni culturali: le nuove vie del collezionismo di banche e fondazioni

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Cultura

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Torino, 22 apr.- (Adnkronos) - Valorizzare il patrimonio artistico delle istituzioni finanziarie alla luce delle nuove forme di mobilita' delle opere d'arte appartenenti a banche e fondazioni, fino a qualche decennio fa ad esclusiva fruizione privata ed oggi impiegate invece per la creazione di veri e propri musei d'impresa. E' il tema al centro di un confronto che ha richiamato nei giorni scorsi al Lingotto di Torino esperti del settore che hanno sottolineato come negli ultimi anni si stia assistendo ad un rapido e progressivo cambiamento strategico che delinea sempre piu' il collezionismo delle banche come collezionismo moderno e illuminato. Al centro della discussione la ricerca 'Quale potenziale per le Fondazioni dai prestiti di opere d'arte?' (realizzata da Federico Lalatta Costerbosa, Partner e Managing Director di Boston Consulting Group) da cui e' emerso che le motivazioni che guidano il collezionismo e i modelli di gestione sono eterogenei. Quattro, in particolare, le modalita' di circolazione delle opere, prestito a titolo oneroso, affitto, affitto di lungo periodo, partnership con istituzioni culturali. Tra gli intervenuti, lo storico d'arte Philippe Daverio, che ha sottolineato che ''I principi-banchieri un tempo committenti di grandi opere d'arte erano dei geni ed oggi i presidenti delle fondazioni bancarie sono gli eredi dei cardinali di un tempo''. A concludere la discussione Mario Resca, dg per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale, che ha ricordato il ruolo fondamentale svolto dal ministero per i Beni culturali nella tutela, conservazione e promozione delle opere d'arte evidenziando che ''la cultura e' l'identita' del nostro Paese''.

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