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Piazza Fontana: risarcito un sopravvissuto 42 anni dopo la strage/Il punto (3)

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Cronaca

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(Adnkronos) - Subito dopo il massacro, gli investigatori concentrano il loro interesse sul ballerino anarchico Pietro Valpreda (morto nel luglio del 2002), sul circolo del Ponte alla Ghisolfa di Milano e su un altro circolo a Roma (quasi contemporaneamente quello stesso giorno nella capitale alle 16.55, una bomba esplode nel passaggio sotterraneo della banca Nazionale del Lavoro e poco dopo esplodono altri due ordigni). Il 15 dicembre l'anarchico Giuseppe Pinelli muore precipitando da una finestra della Questura in via Fatebenefratelli durante l'interrogatorio condotto tra gli altri anche dal commissario Luigi Calabresi, ucciso il 17 maggio del 1972. Il 16 dicembre 1969 viene arrestato Pietro Valpreda appartenente al gruppo XXII Marzo: e' accusato di essere l'esecutore materiale. Un tassista, Cornelio Rolandi, racconta di aver portato Valpreda sul luogo della strage. Stesse accuse anche da parte di Mario Merlino, militante nel gruppo XXII marzo ma in realta' neofascista infiltrato dai servizi segreti. Mentre si prosegue ad indagare negli ambienti anarchici, si scopre che le borse utilizzate per contenere l'esplosivo sono stata acquistate a Padova e che il timer dell'ordigno proviene da Treviso. Da questi indizi si arrivera' dopo piu' di un anno ad indagare anche negli ambienti dell'eversione nera. I primi neofascisti ad essere indagati per l'attentato sono Franco Freda e Giovanni Ventura. L'indagine coinvolge anche Guido Giannettini, appartenente al Sid, esperto e studioso di tecniche militari. Il suo nome viene fuori nelle indagini dopo le dichiarazioni di Lorenzon, un professore di Treviso amico di Giovanni Ventura, il quale riferisce al giudice alcune confidenze fattegli da Ventura circa gli attentati dinamitardi avvenuti in quel periodo. (segue)

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