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Roma: parla vigile 'pentito' del racket, cosi' in citta' prendiamo le mazzette

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Cronaca

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Roma, 1 mar. - (Adnkronos) - "Sono stato sulla strada per 20 anni. Non so bene com'e' cominciata. Ricordo solo la prima volta che mi sono trovato in tasca un 'regalo': aveva fatto tutto il mio collega". Lo afferma un vigile romano pentito del racket, che ha voluto rimanere anonimo, oggi costretto alle dimissioni, in un'intervista a 'la Repubblica'. "La canna fumaria di quell'esercizio - spiega - faceva pena, ma sulla relazione di controllo abbiamo scritto che era a norma. Poi e' andata avanti cosi'". "Ogni giorno - continua -mi assegnavano i controlli da fare. Sopralluoghi di vario tipo. Attivita' che subentrano ad altre cessate, ampliamenti, variazioni di destinazioni d'uso dei locali. Se il titolare e' nuovo e' meglio, ha fatto la voltura della licenza e delle utenze e in genere e' interessato ad avere la superfice piu' ampia possibile. Quando ero li' mettevo in chiaro tutto quello che serviva per aprire e quantificavo le modifiche. La facevo sempre difficile. Cominciavo a chiedere i riscontri di tutti i lavori, cacciavo il regolamento comunale e glielo facevo vedere, le norme sono centinaia. E' impossibile che non ci sia qualcosa fuori posto. Il negoziante vuole aprire presto e al minor costo possibile, mi chiedeva subito come poteva fare". "Io - prosegue - gli rispondevo 'Non le faccio il verbale ora. Si deve mettere in regola. Conosce qualcuno all'ufficio tecnico? Io ho un amico che ci puo' dare una mano...'. A quel punto era fatta. Il mio amico incassava la mazzetta, metteva tutto in regola sulla carta, il negoziante pagava e io incassavo la meta'. Un vigile che sta da anni in un comando conosce tutti in tutti gli uffici. Sa da chi andare. All'incartamento che ti interessa fai fare un iter che dal verbale all'ufficio tecnici e ritorno non presenta rischi, e' un giro di persone di cui ti puoi fidare. I colleghi onesti, - conclude - capiscono, ma stanno zitti. Costa troppo parlare, i comandanti sono, tranne qualche rarissimo caso, puliti".

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