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Ambiente: Basilicata rafforza filiera controlli, ma pesa eredita' passato (2)

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Economia

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(Adnkronos) - Gli inquinamenti maggiormente risalenti nel tempo sono la triste eredita' del polo della chimica che da una parte ha creato un distretto avanzato nella Val Basento (Matera), tuttora molto radicato, ma dall'altra ha imbottito la zona industriale di veleni. Sopra e sotto il suolo. Cumuli di sacchi di amianto. E metalli pesanti nei terreni. La zona e' sito di interesse nazionale da sottoporre a caratterizzazione e bonifica, in parte gia' in fase di realizzazione. Ci sono poi le fabbriche dismesse dei Consorzi industriali, ritenute talvolta delle ''bombe ecologiche''. Ci sono i veleni dell'area industriale di Tito, a pochi chilometri da Potenza. E poi c'e' il corposo capitolo delle perforazioni petrolifere, prima per ricerche ed oggi per l'estrazione di greggio e di metano. Le attivita' con l'Eni prima (dal 1999 per il giacimento della Val d'Agri) e con la Total piu' recentemente (per il giacimento Tempa Rossa, a regime dal 2015) prevedono specifici accordi con la Regione per la compensazione ambientale. Parte delle royalties viene appositamente dedicata ai capitoli riguardante la tutela. Ciononostante proprio le trivelle sono sempre nel mirino dei collettivi ambientalisti e dei cittadini che vivono o lavorano a distanze ravvicinate dalle infrastrutture strategiche, la piu' importante delle quali e' oggi il Centro Oli dell'Eni a Viggiano, nella Val d'Agri, dove confluisce il greggio estratto e da cui parte per la raffineria di Taranto. Piu' recenti sono le preoccupazioni per la ''salute'' dei fiumi. Il Basento e' stato inquinato da uno scarico industriale che non doveva finire nelle acque del fiume. (segue)

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