Cerca
Cerca
+

Ambiente: Basilicata rafforza filiera controlli, ma pesa eredita' passato (3)

default_image

Economia

  • a
  • a
  • a

(Adnkronos) - Ecco perche' il nuovo Centro si occupera' molto del ''presente'': confluiranno sul sistema le informazioni sui monitoraggi sull'Eni, sulla Total, sull'inceneritore, in connessione con la Protezione civile, il Dipartimento Ambiente e l'Osservatorio ambientale della Val d'Agri, cosi' da avere in tempo reale le informazioni ed attuare protocolli operativi in caso di necessita'. Questa nuova ondata di controlli non offre risposte all'intero dossier ambientale. Di qui nasce la proposta dei Radicali Lucani di istituire un'Anagrafe dei siti da bonificare. ''Non conosciamo - spiega all'ADNKRONOS il segretario Maurizio Bolognetti - il numero preciso di questi siti. Una relazione della commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti dieci anni fa parlava di circa 800 e sono tanti per una regione come la Basilicata. Oggi, se il cittadino si rivolge al Dipartimento Ambiente della Regione, la risposta e' una fotografia incompleta in cui figurano poco piu' di 400 situazioni. Per questo diciamo che la Basilicata deve dotarsi di un'Anagrafe completa cosi' come e' stabilito per legge con il Decreto Ronchi del 1997, come ribadito due anni dopo e nel 2006 con il cosiddetto Codice dell'ambiente. Inutile dire che la meta' delle situazioni rilevate riguarda le attivita' petrolifere''. Le direttive stabiliscono passo dopo passo tutte le procedure da adottare, dall'identificazione del sito al tipo di inquinamento fino al tipo di attivita' di messa in sicurezza. La Regione, dal canto suo, non la chiama Anagrafe ma ha un censimento - parziale secondo i Radicali Lucani - che alla fine del 2011 individua appunto 413 siti. Di questi sono poche decine i casi in cui il procedimento risulta ''chiuso'' oppure il sito e' ''non inquinato''. Complessivamente sono casi molto diversificati, si va dal lembo di terreno ad estensioni significative. (segue)

Dai blog