Egitto: italiani sequestrati in fabbrica Suez, stiamo bene
Esteri
Il Cairo, 7 mar. - (Adnkronos/Aki) - "Dopo un primo periodo in cui non ci davano da mangiare e da bere, abbiamo parlato con gli operai che ci tengono in ostaggio e il loro atteggiamento e' cambiato, ora ci trattano bene". E' il racconto di Enzo Pellicani, direttore tecnico della Ain Sokhna Cleopatra Ceramics di Suez, che con altri sette italiani e due spagnoli e' tenuto in ostaggio dagli operai della fabbrica, che rivendicano migliori condizioni di lavoro. In un colloquio al telefono con AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL, Pellicani afferma anche di essere disposto ad "aiutare gli operai, affinche' la fabbrica possa ripartire e si trovi un accordo con il titolare". Il tecnico italiano spiega che gia' due mesi fa lui e i suoi colleghi erano stati trattenuti per alcuni giorni dagli operai, che chiedevano "aumenti di salario e condizioni migliori". Un accordo con il titolare dell'azienda, Muhammad Abul Einein, fu raggiunto in fretta e "tutto sembrava risolto, tanto che nessun italiano ha denunciato questo breve episodio". (segue)