8 marzo: Pd al San Camillo, in reparto maternita' 20 medici contro i 30 del 1997 (2)
Cronaca
(Adnkronos) - ''Questa Giunta vive in un film e non considera la realta'. Invece di pensare alle fiction della Rai contro la violenza alle donne come fa l'assessore alle Politiche Sociali Aldo Forte o ai premi fotografici e ai pranzi in Regione come fa la Polverini, il centrodestra regionale dovrebbe impegnarsi a garantire servizi indispensabili alla salute delle donne sul territorio", dichiarano in una nota congiunta i consiglieri regionali del Pd Tonino D'Annibale, Franco Dalia, Enzo Foschi e Daniela Valentini, dopo la visita all'ospedale San Camillo. "Oggi, tra l'altro, siamo stati a visitare il centro antiviolenza 'Sportello Donna' - proseguono i consiglieri - per le vittime di violenza ospitato all'interno dell'ospedale San Camillo di Roma. Circa 700 donne, in due anni, si sono rivolte a questo centro situato in posizione strategica. Una porta aperta per tutte coloro che non trovano il coraggio di ammettere di essere vittime di una violenza che a volte le costringe a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso". "Lo Sportello Donna, per dove e' ubicato - spiegano - costituisce quindi un punto di riferimento importante anche per medici e infermieri che possono segnalare o accompagnare le donne che sono, o potrebbero essere, vittime di abusi. Una struttura all'avanguardia in Italia e in Europa considerata esempio di 'best practice'. Ma la Giunta Polverini - sottolineano i consiglieri Pd - da ottobre, non rinnova la convenzione in atto dal 2009, lasciando il servizio senza soldi. Da ottobre 2011 non vengono neanche pagate le operatrici che vi lavorano e che continuano a prestare la loro opera sotto forma di puro volontariato. Mentre i maltrattamenti e le violenze, soprattutto a Roma, sono in costante aumento, diminuiscono i fondi regionali per intervenire in difesa di chi li subisce. Ci chiediamo se sia questo il modo di essere concretamente vicino alle donne - concludono - e alla loro salute? I cittadini e le cittadine del Lazio meriterebbero persone meno attente a pubblicita', propaganda, fiction e tv e piu' concretamente vicine ai loro bisogni''.