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La Cassazione annulla la sentenza. Da rifare il processo a Dell'Utri

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Cronaca

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Roma, 9 mar. (Adnkronos) - La Cassazione ha accolto il ricorso della difesa del senatore del Pdl, Marcello Dell'Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, disponendo un nuovo esame davanti alla Corte d'appello di Palermo. La V sezione penale, inoltre, ha dichiarato inammissibile il ricorso della procura di Palermo che chiedeva di inasprire la condanna nei confronti di Dell'Utri. La quinta sezione penale della Cassazione che ha deciso per un nuovo processo, si era riunita in camera di consiglio per decidere se confermare o meno la condanna a 7 anni di reclusione per Dell'Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. La Procura della Cassazione aveva chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso dei colleghi di Palermo che chiedevano una condanna più pesante per Dell'Utri sostenendo che il reato non si dovrebbe interrompere al 1992 ma dovrebbe anche essere considerato per l'epoca successiva nella fase politica dell'impegno di Dell'Utri. La difesa del senatore Pdl puntava invece all'assoluzione. ''Concediamo a Marcello Dell'Utri il ragionevole dubbio''. Non come privilegio ma perché non c'è la prova che nella sua condotta il senatore Pdl abbia realizzato il concorso esterno in associazione mafiosa. E' per questa ragione che il pg della Cassazione Mauro Iacoviello chiedendo l'inammissibilità del ricorso della Procura di Palermo e l'accoglimento di quello della difesa di Dell'Utri, aveva sollecitato ai giudici della quinta sezione penale un nuovo processo davanti alla Corte d'Appello di Palermo. ''In pratica - ha sostenuto il pg nella sua requisitoria - manca il capo di imputazione nella condotta di Dell'Utri perché secondo la Corte d'Appello si sarebbe realizzato il concorso semplice fino al 1982, poi sarebbe diventato concorso esterno fino al 1992. Che tesi è? Sareste i primi a sostenerla''. In pratica, secondo la pubblica accusa di Piazza Cavour, ''il concorso esterno in associazione mafiosa è diventato un reato autonomo. A questo reato non ci crede più nessuno. E non ne faccio -ha precisato Iacoviello- una questione a favore dell'imputato''. In aula, al momento delle richieste della Procura, si è affacciato anche il pg Gianfranco Ciani, che sarà il prossimo procuratore generale di Piazza Cavour. Iacoviello, inoltre, quasi a voler sgombrare il campo dalle polemiche che avevano investito il collegio presieduto da Aldo Grassi che doveva giudicare la vicenda Dell'Utri, ha espresso ''apprezzamento per questa Corte di grandissimo prestigio''. Dell'Utri ha atteso la sentenza a Milano. Poi, avuta la notizia della sentenza di annullamento ha detto: "Finalmente un giudizio sereno " Il senatore l'11 dicembre 2004 era stato condannato dal Tribunale di Palermo a 9 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa proprio perché l'accordo con la mafia e, in particolare, con i fratelli Graviano, era stato ritenuto provato dopo il 1993. In secondo grado, il 29 giugno 2010, la Corte d'appello di Palermo ha ridotto la pena a 7 anni perché, nonostante l'apporto del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza, non ha ritenuto provata l'esistenza di questo patto nella fase politica dell'impegno di Dell'Utri. In pratica, il senatore Pdl è stato ritenuto colpevole fino al 1992 mentre è stato assolto "perché il fatto non sussiste" da quanto contestato negli anni successivi. A decidere il destino giudiziario di Dell'Utri, oltre al presidente Grassi, la relatrice Maria Vessichelli, al lavoro sulla causa dall'estate. Gli altri consiglieri erano Stefano Palla, Carlo Zaza e Gerardo Sabeone. La pubblica accusa è stata rappresentata da Francesco Mauro Iacoviello. A pochi giorni dalla celebrazione dell'udienza, dopo le polemiche sull'assegnazione della causa al collegio presieduto da Aldo Grassi, è dovuta intervenire la stessa Cassazione per spiegare che non c'è "nessun torbido mistero nell'assegnazione e nella fissazione del processo", per il reato di concorso in associazione mafiosa al senatore Marcello Dell'Utri. "Il procedimento - ha spiegato la presidenza di piazza Cavour - è pervenuto in Cassazione il 24 febbraio 2011 ed è stato assegnato alla Quinta sezione penale nel rispetto dei criteri tabellari, oggettivi e predeterminati sin dal 2010; tali criteri prevedevano la competenza della quinta sezione penale per tutti i procedimenti relativi a reati di criminalità organizzata pervenuti dal primo gennaio al 31 marzo del 2011".

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