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Carceri: domani giornata di studio Cei su salute e istituti pena

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Cronaca

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Roma, 16 mar. (Adnkronos) - Non c'e' solo il sovraffollamento fra le priorita' urgenti per le carceri italiane ma anche il riuscire a garantire adeguata attenzione alla salute fisica e psicologica di chi vive negli istituti di pena: oltre 66.600 persone di cui 24mila stranieri, secondo i dati piu' aggiornati. La tutela della salute e i necessari interventi per la cura della persona nelle carceri, saranno al centro della giornata di studio organizzata per domani dall'Ufficio nazionale per la pastorale della sanita' della Cei, (8,30 17, via Aurelia 796) con la partecipazione di dirigenti dell'amministrazione penitenziaria, medici, psichiatri, psicologi, esponenti del Parlamento, del volontariato e religiosi impegnati nel campo della salute e delle carceri. Interverranno, fra gli altri, il Capo del Dap, Giovanni Tamburino, il direttore di Rebibbia, Carmelo Cantone, il direttore sanitario di Regina Coeli, Andrea Franceschini, il responsabile per la pastorale della salute del Triveneto, monsignor Dino Pistolato, l'Ispettore generale dei Cappellani delle carceri italiane, don Virgilio Balducchi, i cappellani di Regina Coeli e di Rebibbia, esponenti della Caritas, della Comunita' di Sant'Egidio, delle Missionarie Scalabriniane, il coordinatore delle associazioni di volontariato, senatore Roberto Di Giovan Paolo, e monsignor Andrea Manto, direttore dell'Ufficio Nazionale per la pastorale sanitaria della Cei. L'iniziativa intitolata 'Salute e carcere: quale pastorale', nasce nell'ambito dei lavori della Consulta dell'Ufficio Nazionale per la pastorale della Sanita', per avviare un percorso di riflessione a quattro anni dal Dpcm 2008 che ha trasferito alle Regioni la competenza sanitaria sulle carceri. Tutto cio' con particolare attenzione alla dignita' dei soggetti coinvolti, all'accompagnamento pastorale, al rapporto tra carcere, territorio e comunita' cristiana ed a eventi di stretta attualita' quali l'imminente chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari.

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