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Napoli, maxi blitz della Guardia di Finanza: in manette 16 giudici tributari

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Cronaca

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Napoli, 19 mar. - (Adnkronos/Ign) - Sessanta persone, tra i quali 16 giudici tributari, sono state arrestate questa mattina nell'ambito di un'operazione della Guardia di finanza, tra Campania e Lombardia. Nel mirino del blitz il gruppo imprenditoriale Ragosta, accusato dai pm della Direzione distrettuale antimafia guidata dal procuratore aggiunto Federico Casiero de Raho, di aver riciclato il denaro del clan Fabbrocino, ritenuto egemone nell'area vesuviana. I finanzieri hanno accertato numerose operazioni illecite, che hanno coinvolto imprenditori operanti nei settori della commercializzazione del ferro, della compravendita immobiliare e della gestione di alberghi. Dalle indagini, condotte anche con intercettazioni, sono emerse inoltre decine di contenziosi tributari che sarebbero stati oggetto di episodi di corruzione e che in tal modo si sarebbero risolti in maniera favorevole ai ricorrenti, spesso in odore di camorra, con grave danno per le casse dello Stato. Delle 60 misure cautelari, richieste ed ottenute dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, per 22 persone è stata disposta la custodia in carcere, per 25 gli arresti domiciliari, per 13 il divieto di dimora a Napoli. I reati contestati, a vario titolo, sono associazione per delinquere di stampo mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, accesso abusivo a un sistema informatico o telematico, corruzione per un atto d'ufficio, corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, corruzione in atti giudiziari, corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, soppressione, distruzione e occultamento di atti veri, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico nonché truffa. Tra i destinatari delle misure cautelari anche 8 funzionari impiegati presso le Commissioni Tributarie Provinciale e Regionale di Napoli, un membro del Garante del Contribuente della Campania, un funzionario dell'Agenzia delle Entrate di Napoli e un docente universitario, professore di diritto tributario presso la facoltà di economia e commercio di Napoli. A quanto si è appreso nell'indagine non sarebbe coinvolto alcun magistrato. Nei confronti degli arrestati, è stato disposto il sequestro di beni per un miliardo di euro. I provvedimenti di sequestro disposti applicando la normativa antiriciclaggio contro gli investimenti e reinvestimenti mafiosi riguardano gruppi di imprese di rilievo nazionali attive nei settori siderurgico, dello smaltimento rifiuti alberghiero, immobiliare ed alimentare. Le Fiamme gialle hanno anche sequestrato conti correnti, attività finanziarie, quote societarie, terreni e fabbricati. Inizialmente l'attività investigativa delle Fiamme gialle si è concentrata sull'attività di investimento del gruppo imprenditoriale dei Ragosta, composto dai fratelli Fedele, Giovanni e Francesco, originari di San Giuseppe Vesuviano. Agli inizi degli anni '90 il padre dei Ragosta, Giuseppe fu ucciso nel corso di un agguato camorristico. Gli autori di quell'omicidio non sono mai stati identificati. I Ragosta fino a una ventina di anni fa gestivano una piccola impresa a conduzione famigliare che si occupava del trasporto, del commercio e della rottamazione di materiale ferroso. Oggi invece i Ragosta sono a capo di "imponenti attività imprenditoriali che spaziano dal settore alimentare a quello siderurgico, da quello alberghiero a quello alimentare, da quello finanziario a quello immobiliare". In sostanza, il gruppo imprenditoriale dei Ragosta che dieci anni fa nemmeno esisteva è diventato tra i più importanti dell'Italia meridionale. Dda e Guardia di finanza nel corso delle attività investigative hanno fatto uso di attivita' di intercettazioni telefoniche e ambientali, dichiarazioni di pentiti ma soprattutto attraverso una complessa attivita' di rogatorie all'estero tesa a ricostruire le tracce del denaro impegnato per le acquisizioni delle attività imprenditoriali.

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