Puglia: Carofiglio, non mi candido come governatore, c'e' conflitto di interessi
Politica
Roma, 22 mar. - (Adnkronos) - "Non voglio e non posso essere candidato governatore della Puglia". Lo ha dichiarato Gianrico Caroflgio, scrittore, ex magistrato, senatore del Pd in un'intervista a 'la Repubblica'. "Non sono un amministratore. Sono entrato in parlamento per dare un contributo d'idee. Altro e' un lavoro totalizzante come il governatore di una regione. Non ne sarei capace". Carofiglio ha inoltre affermato che "e' ovvio" che il "non posso" e' riferito al fatto che uno dei due pm dell'inchiesta sul gruppo Degennaro si chiama Francesca Romana Pirelli ed e' sua moglie. Carofiglio si e' quindi espresso sul caso Degennaro affermando che "e' una storia italiana, non locale. Bari ci mette in piu' quel tratto di esibizionismo della citta', se vogliamo di colore, le cozze pelose, gli spigoloni. Oltre questi particolari gustosi ma irrilevanti, c'e' la fotografia del livello raggiunto dai conflitti di interesse, una vicinanza fra politica e affari vissuta ormai come normale, anche dalla 'buona' politica. Che male c'e'? Lo fanno tutti. La verita' e' che si sta perdendo un'altra occasione fra tutti, destra e sinistra, il problema colossale del conflitto d'interessi. Anche adesso che Berlusconi non e' in grado di porre veti e la presenza del governo Monti offre un'occasione straordinaria per riformare la politica". A proposito dell'uscita dalla regione di Vendola dell'anno prossimo e il poco successo di Emiliano nei sondaggi, Carofiglio ha dichiarato che la fine della cosiddetta 'primavera barese' "sarebbe triste, perche' alla fine Bari e la Puglia sono migliorate. Fra passi avanti e retromarce, la somma algebrica rimane positiva. Forse cade soltanto l'illusione che certe conquiste fossero acquisite. Bari e' una citta' che e' andata avanti remando contro la corrente, basta riposarsi un momento per venire risucchiati indietro". Secondo Carofiglio, quello che non ha funzionato nella 'primavera barese' e' "il leaderismo come soluzione alla crisi dei partiti. Il personalismo, il narcisismo, tutte forme di una fondamentale immaturita' della classe dirigente".