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Fuksas ci sta costando una nuvola di soldi L'Autority di Vigilanza boccia l'archistar

Nicoletta Orlandi Posti
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Venti milioni di euro per essere in ritardo di oltre tre anni e non avere ancora completato un'opera che dal 1998 risucchia soldi su soldi. Non è l'unica accusa. Insieme ai tempi di esecuzione raddoppiati, ci sono anche le numerose varianti e il «rilevante aumento dei costi», da leggere insieme all'eccessivo ricorso ai subappalti. Tutti questi elementi compongono la relazione assolutamente negativa della Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture, Ente che due giorni fa ha definitivamente bollato come «eccessivi» i costi della «Nuvola» di Massimiliano Fuksas. Soprattutto è stata ritenuta «sproporzionata» la parcella milionaria dell'archistar «rispetto all'attività realmente eseguita»: 20 milioni senza avere portato a compimento la teca di vetro e acciaio che avrebbe dovuto essere inaugurata il 2 dicembre 2010. Tra il 1998 e il 2000 era stata sancita la vittoria del famosissimo architetto nell'aggiudicarsi il concorso di progettazione di Eur S.p.A., che voleva un progetto preliminare del Nuovo Centro Congressi dell'Eur, a Roma. In questi 16 anni, secondo l'Authority, l'esecuzione dell'opera è stata caratterizzata da «numerose varianti» che, oltre a determinare un «rilevante aumento dell'importo contrattuale», hanno influito sui tempi di realizzazione e comportato l'insorgere di un contenzioso tra stazione appaltante ed appaltatore. Basti pensare, del resto, che non troppo tempo fa ci vollero due anni solo da parte del Comune di Roma per approvare una «non sostanziale» modifica. Mentre i conti da pagare lievitavano. Altre varianti appaiono invece riconducibili a carenze e «inadeguate rappresentazioni dello stato di fatto del progetto esecutivo che si sarebbero potute evitare». Ma soprattutto, leggendo le 14 pagine della relazione dell'Autorità, si capisce come sia considerato di «di particolare rilievo la sproporzione delle ingenti somme corrisposte per le spese tecniche e la direzione artistica, complessivamente circa 20 milioni di euro». Cioè, la parcella di Fuksas, che rimane al centro della polemica esplosa già dall'insediamento del nuovo sindaco di Roma, Ignazio Marino. Secondo quanto si legge inoltre tra le «criticità» evidenziate, l'Autorità ravvisa nel cantiere della sala fluttuante alcuni deficit dovuti alla «eccessiva frammentazione del contratto in sub-contratti», evidenziati come una concausa di parte dei ritardi dalla (prima) direzione dei lavori. Al riguardo, l'Ente suggerisce di valutare, in base all'ex art. 240 del Codice, il concorso di eventuali responsabilità dell'Impresa nei ritardi maturati nell'esecuzione, atteso che gran parte delle richieste economiche avanzate si fondano sull'anomalo andamento dei lavori. La prima rottura tra Fuksas e l'amministrazione capitolina risale a qualche mese fa, dopo la sfiducia arrivata da parte del neo sindaco Marino, eletto nel giugno dello scorso anno. Cinque mesi dopo, nel novembre 2013, il contratto per la direzione artistica dell'architetto è stato annullato. Poi Eur Spa aveva chiesto all'archistar di continuare a lavorare gratis per un anno (il 2014), visto che i lavori erano già completati all'80%, ma Fuksas si era rifiutato. Non solo. Secondo il Corriere della Sera, «Fuksas, alla fine, potrebbe anche decidere di non firmare la sua opera. Tra lui e Marino, infatti, la distanza è siderale», spiegava qualche mese fa il quotidiano milanese, aggiungendo che l'artista rimpiangeva l'ex sindaco Gianni Alemanno, «grazie al quale la Nuvola è arrivata fin qui». Adesso la questione, per le amministarzioni coinvolte, è tutto attorno al soldi che l'opera continua a richiedere. Ci sono oltre 131 milioni di euro ancora pendenti, 185 milioni di opere già realizzate e una “Nuvola” che fluttua da oltre sette anni e, si spera, veglierà su un nastro da tagliare entro il 2015. di Roberta Catania

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