GayVillage, Roma dice no
all'uso del Parco del Ninfeo
A dieci giorni dall'inizio della manifestazioni il Gay Village è ancora in forse. "Siamo in una situazione gravissima e di emergenza", dichiara in una nota Imma Battaglia, che insieme agli altri organizzatori del Gay Village, Alessio De Giorgi, Anna Chiara Marignoli, Mauro Basso di Gavi E20 Srl, lancia la denuncia pubblica chiedendo a tutte le istituzioni coinvolte una immediata soluzione. “L'irresponsabilità manifestata dalla Soprintendenza di fronte ad una manifestazione che fa bene alla cultura e all'economia della città di Roma, ci mette a serio rischio. A dieci giorni dall'inizio della manifestazione scopriamo che i parchi dell'Eur si sono trasformati in una sorta di museo e che tra Soprintendenza e Ente Eur non ci danno l'autorizzazione per il Parco del Ninfeo - continua - Apprezziamo lo sforzo del Comune di Roma e dell'Assessorato alla Cultura che in queste ore stanno cercando una soluzione, ma bisogna fare presto. Il Gay Village si è classificato secondo nel bando del Comune di Roma per l'Estate Romana a dimostrazione del valore dell'iniziativa, ma al momento è assolutamente una manifestazione virtuale che rischia di essere vittima di strumentalizzazioni politiche. A rischio con il Gay Village ci sono 370 posti di lavoro e investimenti economici già effettuati su comunicazione e booking degli artisti, che potrebbero trasformarsi in un grave danno, che già oggi rischia di minare il rapporto con gli altri partner e gli sponsor. C'è da aggiungere che nella stessa situazione di totale incertezza si trovano tutte le altre manifestazioni previste nella zona dell'Eur”.