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Scavi sull'isola di Crusoe

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Trovato l'accampamento

Silvia Tironi
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 Il mitico Robinson Crusoe non era soltanto un mito, nato dalla fantasia di Defoe. Robinson Crusoe esisteva davvero. A dimostrarlo è stato uno scavo archeologico nell'isola cilena di Aguas Buenas, che ha riportato alla luce i resti del suo accampamento. La notizia è riportata sulle colonne del Journal of Post Medieval Archeology. Gli archeologi guidati da David Caldwell del National Museum of Scotland hanno effettuato degli scavi sull'isola, trovando resti che hanno permesso di ricostruire come ha vissuto il naufrago durante la sua permanenza ad Aguas Buenas. "L'evidenza più schiacciante è che abbiamo trovato un pezzo di rame che faceva parte di un sestante, uno strumento compatibile con il fatto che Alexander Selkirk (che naufragò sull'isola nel 704 e fu trovato 5 anni più tardi dal capitano Woodes Rogers) era un navigatore", spiega Caldwell, "e anche Rogers scrive nelle sue memorie che la persona da lui trovata aveva strumenti matematici". Lo scavo, si legge sempre sul Journal of Post Medieval Archeology, ha anche permesso di ricostruire l'accampamento di Crusoe: con ogni probabilità il naufrago aveva costruito due capanne vicino a un ruscello, in un punto da cui riusciva a scorgere un'ampia porzione di mare da cui potevano arrivare i soccorsi. Il romanzo di Defoe è stato pubblicato nel 1979, e anche se non ci sono prove di un contatto fra lo scrittore e Selkirk, secondo gli esperti la vicenda reale ha ispirato la quella narrativa.

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