Obiettivo eradicazione totale “Possibile con i nuovi farmaci“
Epatite C: eradicarla dal nostro paese è ora possibile con un piano di azione che preveda l'accesso ai nuovi farmaci curativi quasi al 100% (nuovi antivirali molto efficaci e con minimi effetti collaterali. È con questo ambizioso obiettivo che si celebra la 4/a Giornata Mondiale delle Epatiti prevista dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. In occasione della giornata medici e pazienti riuniti in Alleanza Contro l'Epatite (ACE) hanno organizzato un incontro a Roma, presso la Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”, alla presenza dei massimi esperti su questo fronte. La giornata è occasione in primis per ricordare quali sono i bisogni e le aspettative dei pazienti italiani e dei medici che si occupano giorno dopo giorno di curare questi malati con epatite. Poi ci saranno varie sessioni dedicate al ruolo cardine che le Regioni hanno e devono sempre di più assumere per la corretta gestione della patologia, di concerto con lo Stato centrale. Interverrà l'Agenzia Italiana del Farmaco ed altri rappresentanti istituzionali, ed è previsto un importante annuncio. I nuovi farmaci. Sono tanti i nuovi farmaci antivirali ad azione diretta che stanno per arrivare anche nel nostro paese. Questi nuovi antivirali sono più efficaci dei farmaci oggi in uso e non necessitano di interferone per cui costituiscono una chance di cura anche per quei pazienti che non possono assumere interferone o ne sono intolleranti. L'Agenzia Italiana del Farmaco e Gilead Sciences – l'azienda che ha per prima ha introdotto nel mercato europeo il primo di questi super farmaci di nuova generazione - hanno raggiunto in ottobre l'accordo per la rimborsabilità di sofosbuvir per il trattamento dei pazienti affetti da epatite cronica C. il farmaco funziona nel 90% dei casi in gruppi consistenti di pazienti e – dato altrettanto importante – con una minima incidenza di effetti collaterali. Insieme agli altri antivirali di nuova generazione rappresenta dunque una possibilità concreta di eradicare il virus dell'epatite C con percentuali di successo elevatissime. In Italia sono potenzialmente trattabili con antivirali di ultima generazione 300-400mila pazienti – spiega Antonio Gasbarrini, professore di gastroenterologia all'Università Cattolica di Roma e uno dei fondatori di Alleanza contro l'Epatite - di questi però ce ne sono circa 30mila che avrebbero bisogno del farmaco subito, perché hanno una cirrosi avanzata ma non ancora così grave da non avere più alcun beneficio dalla terapia". “Siamo di fronte a una rivoluzione epocale – sostiene Gasbarrini – farmaci così innovativi arrivano una volta ogni trent'anni: con l'arrivo di questi nuovi antivirali una malattia prima ineradicabile quale è l'epatite C diviene ora eliminabile; l'impatto a livello di salute pubblica è enorme” e che può generare fortissimi risparmi. “È sempre più stringente dotarsi di un piano nazionale - afferma anche Ivan Gardini, presidente dell'Associazione pazienti Epac, Associazione di Pazienti Epatopatici – perché stanno arrivando nuovi super farmaci per la cura dei pazienti con HCV, ma non ci sono le coperture finanziarie adeguate, e il piano non serve solo a garantire l'accesso ai farmaci, ma anche a pianificare strategie di prevenzione e screening. Un piano, se fatto bene e gestito da persone competenti, permette di ottimizzare al meglio le risorse del SSN e di non sprecare neppure un euro". 'Censimento' dei pazienti. Ciò è possibile solo mediante un piano d'azione strategico come quello proposto, in grado di garantire che le risorse stanziate per eradicare l'HCV nel nostro paese siano, di fatto, un investimento e non un costo. Tra le tante cose da fare, è urgente organizzare un censimento dei pazienti non solo numerico ma per gravità di malattia spiega Gardini, che permetta di comprendere quanti sono i pazienti più urgenti da curare e quindi stimare i reali costi da sostenere nei prossimi 5-10 anni. Poi serve definire dei percorsi diagnostico-terapeutici uguali per tutte le regioni onde impedire difformità di accesso su base regionale e locale. “Le regioni devono essere parte in causa di questa strategia”. Ma l'aspetto più importante resta lo stanziamento immediato dei fondi per le cure, almeno 800 milioni di euro per i prossimi dieci anni che non sono certo cifre astronomiche, se si pensa che per curare i pazienti con HIV si spendono cifre simili e molti di più per i malati di diabete, oncologici e altre patologie cronico-degenerative. (FLAVIA MARINCOLA)