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La terapia immuno-oncologica Tra innovazione e sostenibilità

Domenico Mantoan, direttore generale Area Sanità e Sociale Regione del Veneto

Si tenuto nei giorni scorsi a Padova, all'Istituto Oncologico Veneto, un evento organizzato da MotoreSanità dal titolo ‘Oncologia 4.0 Immuno-oncologia tra innovazione e sostenibilità'

Maria Rita Montebelli
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Un evento riuscitissimo, che ha visto il coinvolgimento dei principali direttori generali, direttori sanitari, di dipartimento ed unità operative della Regione del Veneto. Domenico Mantoan, direttore generale Area Sanità e Sociale Regione del Veneto, ha portato i suoi saluti istituzionali sottolineando la vera innovazione soprattutto nel mondo dell'oncologia e della farmacologia. “Lo IOV è un punto di riferimento della rete oncologica, un modello ben definito prediligendo il ricorso a strumenti di governo clinico con un forte impegno nell'applicazione dei criteri di appropriatezza. L'organizzazione adottata è semplice e si basa sulla divisione della popolazione in 5 zone, ogni milione di abitante ha un Hub – ha sottolineato Mantoan – l'innovazione certamente costa e l'industria ha la necessità di ammortizzare il costo degli investimenti in corso. In un momento in cui il fondo è fermo da 10 anni e arriveremo a 6,5 per cento sul PIL, è fondamentale la gestione dell'innovazione e dell'appropriatezza stabilendone i criteri”. Secondo Pierfranco Conte, direttore dell'Oncologia Medica 2 dello IOV e coordinatore tecnico scientifico della Rete Oncologica Veneta (ROV) “Uguaglianza e uniformità nell'accesso alle cure, sicurezza delle prestazioni, tempestività della presa in carico, continuità dell'assistenza, e ancora appropriatezza, trasparenza, innovazione e ricerca sono gli obiettivi della rete oncologica”. Da uno studio della Scuola Sant'Anna di Pisa, il Veneto risulta il benchmark italiano per quanto riguarda i percorsi oncologici. Conte ha poi parlato di immunoterapia: “Uno dei grandi vantaggi – ha detto – è che la risposta è duratura nel tempo, dato che le cellule dell'immunità, una volta divenute in grado di combattere il tumore possono poi agire anche sulle metastasi. Se dobbiamo coniugare innovazione e sostenibilità dobbiamo cambiare il nostro modo di lavorare, lavorando sui percorsi assistenziali, sulla ricerca indipendente sul sistema a rete con al centro il paziente”. Vanna Chiarion Sileni, responsabile della Struttura Oncologica del melanoma e dell'esofago IRCCS Istituto Oncologico Veneto, Padova, ha detto  che “come Unità di Oncologia del Melanoma dello IOV siamo particolarmente orgogliosi di aver potuto offrire ai pazienti la possibilità di partecipare a questi trial. Le guarigioni avvenivano anche in passato, ma oggi si è arrivati a una sopravvivenza del 45-50 per cento con le combinazioni, e quello che stiamo cercando fare è di favorire questo accesso e capire come incrementare la percentuale di guarigione”. “L'immunoterapia è uno tsunami, una rivoluzione epocale in termini di risultati per i pazienti – ha aggiunto Vittorina Zagonel, direttore del Dipartimento di Oncologia Clinica Sperimentale  - Si è parlato molto di melanoma e polmone ma il futuro è anche per altri pazienti malati di tumore ad esempio quello del colon e della vescica. È importante utilizzare al meglio ciò che si ha a disposizione e guardare al futuro per le prossime sfide”. La seconda tavola rotonda su ‘La governance della sostenibilità' è stata introdotta e moderata da Angelo Del Favero, direttore generale dell'Istituto Superiore di Sanità che ha spiegato che “la spesa out of pocket sta crescendo e ha raggiunto i € 36,0 miliardi, quindi parlare di sostenibilità è molto importante in questo incontro per sottolineare che il nostro sistema è tipo universalistico. L'uso strategico dell'innovazione tecnologica nei processi clinici e gestionali, orientati alla continuità delle cure e alla centralità del paziente, sono determinanti per la diffusione di modelli innovativi nella gestione della salute”. Fabrizio Boron, presidente della V Commissione Politiche socio-sanitarie Regione del Veneto si è chiesto: “Oggi, il tema è garantire quel primato regionale a livello di cure e di eccellenze, avendo però a disposizione le risorse. Come si fa a dare un servizio all'avanguardia se non abbiamo un medico? Perché di fronte ai tagli, occorre una presa di coscienza e un atto di responsabilità concreto. Il Veneto è in grado di seguire il campo sanitario al 100 per cento e può essere una guida per la nazione. La sanità ha l'obiettivo la cura e la salvaguardia su tutti i livelli. Il direttore generale ULSS 2 Marca Trevigiana, Treviso Francesco Benazzi ha dichiarato che “noi dobbiamo trovare le risposte, i farmaci innovativi migliorano gli standard di vita e di sopravvivenza,ma è evidente che bisogna fare i conti con l'aumento dei costi. Per far fronte a ciò le ULSS devono crearsi una rete interna, dotandosi di strumenti informatici e scremando i pazienti non rispondenti”. Dal canto suo Francesco Cobello, direttore generale dell'AOUI Verona ha sottolineato che  “stiamo arrivando all'estremo perché vi è un limite al contenimento della spesa. Fondo, out of pocket e rinascita del sistema mutualistico un problema di differenziazione di sistemi. La sostenibilità è un tema complesso e multi variato quindi va analizzata sotto vari aspetti, di certo bisogna avere i dati per capire dove sono gli sprechi”. Secondo Pietro Girardi, direttore generale ULSS 9 Scaligera, Verona “Prestazioni e servizi, ma soprattutto una multi-professionalità a 360°, risponderanno alle reali esigenze dei cittadini migliorando qualità ed efficienza nella gestione in un'ottica di razionalizzazione contribuendo a garantire la sostenibilità economica del sistema sanitario regionale”. (EUGENIA SERMONTI)

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