Superbatteri, un'emergenza globalenasce alleanza europea per fermarli
Da qui al 2050, i ‘superbug' saranno responsabili di almeno 10 milioni di decessi annui diventando la prima causa di morte per il mondo. L'Italia è maglia nera per numero di infezioni resistenti
Si celebra oggi lo European Antibiotic Awareness Day, una giornata istituita allo scopo di riflettere sulla necessità di cambiare nettamente approccio verso gli antibiotici. È sempre più imperativo un cambio di rotta, soprattutto nel nostro paese, lo dicono gli esperti, riunitisi negli scorsi giorni a Santa Margherita Ligure per l'International Meeting on AntimicrobialChemotherapy in ClinicalPractice: se non si intensificano gli sforzi, se non si destinano risorse adeguate, se si pongono troppi vincoli all'uso di nuovi antibiotici, se medici e pazienti non si impegnano a usare gli antibiotici in modo appropriato, i programmi potrebbero non bastare a fermare l'avanzata dei superbatteri. Con ‘programmi' si allude in particolare al ‘Piano nazionale di contrasto all'antimicrobico-resistenza' (Pncar), lanciato dal nostro governo agli inizi di settembre e ispirato all'approccio one health, con il coinvolgimento di tutti i settori interessati (medicina umana, veterinaria, ricerca, zootecnia etc.), una risposta al richiamo ufficiale che abbiamo ricevuto dal Centro europeo per il controllo delle malattie. L'Italia è infatti maglia nera per incidenza delle infezioni resistenti, con una diffusione superiore alle medie europee per alcuni dei principali superbatteri, che dagli ospedali si stanno diffondendo anche alle residenze per anziani e alle case di riposo. Il rischio è quello di entrare in un'era post-antibiotica dove anche infezioni banali mettono a rischio la vita. “Il nostro paese ha reagito tardivamente al problema delle antibiotico-resistenze. Il programma Pncar, appena varato, è un importante passo in avanti, con obiettivi molto precisi e ambiziosi, senza però che siano specificate le modalità economiche per ottenerli - afferma Claudio Viscoli, presidente della Società italiana di terapia antinfettiva (Sita) e direttore della clinica malattie infettive dell'università degli studi di Genova - Sita è in prima linea per contrastare l'abuso e l'uso non corretto degli antibiotici, prima causa delle antibiotico-resistenze: fino a oggi ci siamo concentrati soprattutto sui cittadini con la campagna ‘Antibiotici-La nostra difesa numero 1', e adesso ci rivolgiamo anche ai medici prescrittori, perché sappiamo che di antibiotici se ne prescrivono troppi senza necessità”. Tra i superbatteri il più pericoloso e diffuso è Klebsiella pneumoniae carbapenemasi-produttrice (Kpc), considerata un vero e proprio killer in quanto, in oltre il 50 per cento dei casi, è ormai resistente a tutti gli antibiotici, inclusi i carbapenemi, l'ultimo baluardo, e rende di fatto disarmati gli infettivologi. Kpc guida il plotone dei batteri resistenti che stanno dilagando nel nostro paese: Pseudomonas aeruginosa, Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (Mrsa) ed Enterococco resistente. L'emergenza non è solo italiana ma globale: l'antibiotico-resistenza, insieme ai cambiamenti climatici e alla salute di genere, è stata una delle tre priorità al centro del G7 dei ministri della salute che si è svolto nei giorni scorsi a Milano. Negli ospedali dell'Unione europea, fino al 50 per cento degli antibiotici viene usato in modo eccessivo o inappropriato. In Europa, il consumo di antibiotici specifici per il trattamento delle infezioni multiresistenti è raddoppiato nel periodo compreso tra il 2010 e il 2014. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), agli attuali tassi di incremento delle antibiotico-resistenze da qui al 2050, i 'superbug' saranno responsabili di almeno 10 milioni di decessi annui diventando la prima causa di morte per il mondo. Già oggi In Europa, si verificano annualmente 4 milioni di infezioni da germi antibiotico-resistenti che causano 25mila decessi. Globalmente, sono circa 700mila i decessi dovuti alle infezioni resistenti. Proprio in occasione della Giornata europea degli antibiotici, due importanti società scientifiche europee, la European society of clinical microbiology and infectious diseases (Escmid) e la European society of intensive medicine (Esicm), hanno lanciato una vera e propria alleanza europea contro le antibiotico-resistenze nelle terapie intensive, la Antimicrobial resistance critical care (Antarctica). La call to action rivolta a tutti gli specialisti è quella di utilizzare meglio gli antibiotici in questo specifico setting, migliorare le tecniche di diagnosi e cura, cercando di avere più dati microbiologici per capire quali siano i germi che circolano nelle strutture ospedaliere, e promuovere nuovi studi clinici condotti specificatamente sull'uso dei nuovi antibiotici nelle terapie intensive. (MATILDE SCUDERI)