Sanità: Viale (Exit), esposto a Ordine medici su caso Ripa di Meana
Roma, 8 gen. (AdnKronos Salute) - "Se è vero che Marina ha saputo solo il 27 dicembre della possibilità di morire con l'ausilio di una sedazione terminale, altrimenti detta palliativa, questo è uno scandalo e l'Ordine dei medici di Roma non può rimanere in silenzio. E' una questione di decoro deontologico e professionale. Ritengo quindi un mio dovere inoltrare un esposto all'Ordine dei medici della provincia di Roma". Sulla morte di Marina Ripa di Meana interviene il medico Silvio Viale, responsabile del Comitato etico-scientifico di Exit Italia, che da oltre 20 anni si occupa di eutanasia e fine vita. "La sedazione terminale - ricorda - è possibile da anni, ben prima dell'attuale legge, e ogni buon medico ha il dovere di informare. Peraltro, la cattiva informazione data alla signora Marina Ripa di Meana ha contribuito a creare confusione tra la sedazione profonda di malati terminali, o con patologie refrattarie alle terapie palliative, e l'assunzione, o somministrazione, di farmaci in dosi adeguate a provocare la morte. Essendo giunta in una fase finale della propria vita, avrebbe potuto essere aiutata sia mediante il suicidio assistito sia mediante la sedazione terminale, entrambi eseguibili a casa sua accompagnata dalle persone a lei più care". Il punto, secondo Viale, "è che in Italia il suicidio assistito non è legale, mentre lo è la sedazione terminale. E' scandaloso e intollerabile che i medici curanti non abbiano mai informato la paziente delle possibilità di assistenza quando la morte sarebbe stata imminente, costringendola a ipotizzare un impossibile viaggio per suicidio assistito e a conoscere solo il 27 dicembre che fosse possibile una sedazione profonda terminale a domicilio".