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Ricerca: super food, vecchi farmaci e Dna 'in forma', sfide scienziati Airc

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Milano, 23 gen. (AdnKronos Salute) - Le scelte che si fanno a tavola, l'attività fisica, l'altra faccia di 'vecchi' farmaci che hanno un contributo inedito da dare alla lotta contro il cancro. E ancora un Dna 'in forma'. Sono alcune delle sfide su cui sono impegnati gli scienziati italiani sostenuti dall'Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro), fra scoperte che sono diventate capisaldi della prevenzione e nuove conquiste che permetteranno di fare passi avanti nella lotta ai tumori. C'è chi, come l'oncologo Andrea De Censi, testimonial di quest'anno per le 'Arance della salute' che torneranno sabato 27 gennaio in 2.500 piazze italiane, si dedica alla ricerca clinica e passa le sue giornate a stretto contatto con i malati. Quattro figli, titolare di un Investigator Grant di Airc (volto a sostenere ricercatori con una comprovata esperienza), lo scienziato in forze nell'Ente ospedaliero Ospedali Galliera di Genova studia il riposizionamento di due farmaci già noti e impiegati per altre indicazioni, cercando di capire se hanno un effetto anche contro i tumori. Farmaci "sostenibili" che potrebbero fare la differenza, pensando per esempio "al risparmio della sanità pubblica, alle fasce economiche più svantaggiate e al Sud del mondo". Le molecole sotto la lente del suo gruppo di lavoro sono la metformina, "antidiabetico che limita gli effetti dell'eccesso di insulina", e l'aspirina a basse dosi, che "è in grado di mettere 'a dieta' la cellula e ha già dimostrato in diversi studi di diminuire del 30-40% l'insorgenza del cancro al colon e la capacità di questo tumore di dare metastasi". Alcuni studi sperimentali, evidenzia il ricercatore, "hanno dimostrato che si potenziano a vicenda. Di qui la decisione di avviare una sperimentazione clinica nei pazienti operati di cancro al colon somministrandoli da soli o in combinazione e confrontandoli con placebo per valutare se bloccano effettivamente la progressione della cancerogenesi". De Censi evidenzia il ruolo della prevenzione come "arma vincente" contro i tumori. Prevenzione che passa anche dalla tavola, e dal ruolo di alimenti che sotto la lente dei ricercatori hanno svelato i loro poteri di 'super food'. "Alcuni cibi tipici della dieta mediterranea come le arance, l'olio extravergine di oliva e la frutta secca sono ricchi di polifenoli e anti-ossidanti e hanno dimostrato efficacia nel prevenire alcuni tipi di cancro legati all'obesità, come ad esempio quelli della mammella, del colon e dell'utero", sottolinea De Censi. In particolare "le arance, scelte da Airc come simbolo della corretta alimentazione, contengono numerose sostanze anti-ossidanti che proteggono il nostro Dna dai danni che costantemente subiamo durante il processo di invecchiamento". Alcuni tipi di tumore in particolare sono più sensibili agli effetti del cibo, hanno evidenziato maxi studi internazionali come Epic, realizzato grazie anche al contributo di Airc. Per oltre 20 anni i ricercatori hanno osservato le abitudini alimentari dei cittadini europei e i risultati confermano che esofago, stomaco e intestino - gli organi più direttamente coinvolti - beneficiano maggiormente delle abitudini preventive. A una dieta equilibrata va associata anche un'attività fisica regolare - anche solo 30 minuti di camminata al giorno - che contribuisce a "diminuire del 20-40% il rischio di tumore al colon, all'endometrio e del polmone, oltre a influire sulla prevenzione del cancro al seno", evidenziano gli esperti. La ricerca sul rapporto tra dieta e cancro si è focalizzata recentemente sul ruolo degli zuccheri nascosti nei cibi, puntando il dito sull'eccessivo consumo di carboidrati e il conseguente aumento dei livelli di insulina. Questo incremento, provocato da una dieta ricca di zuccheri ad alto indice glicemico, "crea uno stimolo proliferativo per le cellule ghiandolari, da cui derivano il 90% dei tumori maligni", si legge nel materiale diffuso da Airc. Lo stato di infiammazione cronica creato da una dieta simile favorisce lo sviluppo di diverse malattie. Lo sforzo degli scienziati è rivolto anche a studiare nel dettaglio il 'codice della vita'. Ci sta pensando, fra gli altri, Chiara Lanzuolo, vincitrice di un 'My first Airc Grant' nell'Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Cnr di Roma. Tre figli con cui passa "tutto il tempo che non viene assorbito dal lavoro di ricerca", la scienziata originaria di Napoli e laureata in Scienze biologiche all'università Federico II sta studiando con il suo gruppo di lavoro la struttura tridimensionale del Dna nella progressione del cancro alla prostata. Missione: capire "i meccanismi molecolari che determinano la trasformazione da cellula tumorale a metastatica. E' noto che la funzione del Dna dipende dalla sua 'forma' e dal suo posizionamento all'interno del nucleo. Noi puntiamo a studiare la struttura aberrante delle cellule cancerose, con metodologie nuove messe a punto nel mio laboratorio". Si è focalizzato invece sul problema delle ricadute dei malati di leucemia dopo il trapianto Luca Vago, titolare di un finanziamento 'Start Up' di Airc, che dopo un'esperienza internazionale alla Stanford University negli Usa è tornato al San Raffaele di Milano e qui analizza il genoma delle cellule leucemiche e del sistema immunitario con tecnologie avanzate di sequenziamento. L'ipotesi che con il suo gruppo sta dimostrando è che le cellule leucemiche siano in grado di mettere in atto numerosi meccanismi per 'nascondersi' alla capacità del sistema immune di riconoscerle ed eliminarle. Si muove invece in ambito emato-oncologico - e punta a scoprire quali meccanismi molecolari portano alla trasformazione tumorale delle cellule sane - la ricerca della torinese Maria Elena Boggio Merlo, che a 28 anni sta muovendo velocemente i suoi primi passi nel mondo della scienza, con un dottorato per la Scuola di medicina molecolare all'Istituto europeo di oncologia di Milano. Borsista Airc, il suo progetto indaga sul ruolo dell'oncogene NPMc+, mutato in circa il 30% dei pazienti con leucemia mieloide acuta. "Mia madre è affetta da una forma di sclerosi multipla - racconta - Quando da piccola la vedevo stare male e le chiedevo perché non potesse prendere una medicina per stare meglio, la sua risposta è sempre stata che questa medicina non esisteva. Credo che mi abbia stimolato a investire me stessa nello studio dei meccanismi alla base delle malattie, per provare a dare un piccolo contributo alla formulazione di nuovi farmaci".

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