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'T-Proteggo': parte la campagna per i diritti dei neonati prematuri

In Italia, circa il 7 per cento dei neonati nasce prematuro. La Società Italiana di Neonatologia (Sin) e Vivere Onlus chiedono l'apertura H24 delle terapie intensive neonatali, continuità assistenziale dei neonati nei primi 3 anni di vita

Maria Rita Montebelli
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La pre-maturità sta lentamente, ma progressivamente aumentando, sia in Italia che nel resto del mondo. " E Il motivo è 'biologico' - precisa il presidente della Sin Fabio Mosca - perchè sta aumentando l'età media delle mamme, e parallelamente aumentano anche i rischi connessi al parto ritardato nel tempo". Piccoli e fragili: sono i neonati prematuri. Bambini che cominciano la loro vita in salita perché hanno bisogno di più cure, sostegno e attenzione. Ma nel nostro Paese c'è ancora molto da fare, tanto più che in Italia si contano mediamente quasi cento nascite pre-termine al giorno. VIVERE Onlus e la Società Italiana di Neonatologia in collaborazione con AbbVie presentano la campagna T-PROTEGGO, con l'obiettivo di sollecitare l'attenzione di tutti sui diritti e necessità dei nati pre-termine e delle loro famiglie, che in alcune aree geografiche non sono ancora completamente soddisfatti. “La campagna T-Proteggo nasce dalla volontà di riaccendere il dialogo tra le istituzioni, i reparti di neonatologia e le associazioni dei genitori per una migliore e più omogenea assistenza e gestione del neonato pretermine. Strategie di prevenzione, elevata qualità assistenziale e follow-up prolungato dopo la nascita rappresentano alcuni dei punti cardine da sviluppare”, aggiunge Mosca. “È il momento di realizzare una vera sinergia a livello nazionale, finalizzata a migliorare la salute del bambino nato prematuro e ad assicurare un adeguato sostegno socio-sanitario alle famiglie. Un percorso che coinvolge in primo luogo i genitori, ma che deve prevedere la partecipazione attiva anche delle Istituzioni”, aggiunge Mauro Stronati, past president Sin. Ma cosa ne pensano i genitori? In primo luogo, dall'analisi delle conversazioni online, emerge soprattutto il senso di colpa. La mamma, in particolare, sente di aver messo il bambino in pericolo perché non è riuscita a portare a termine la gravidanza e di non essere più in grado di proteggerlo. Raccontare sul web l'esperienza della prematurità vuol dire trovare una 'rete' di protezione che offre solidarietà, rassicurazione, forza e speranza da chi sta affrontando o ha affrontato la stessa esperienza. Secondo recenti dati, un terzo dei genitori arriva al parto pre-termine senza aver mai sentito parlare di nascita prematura e anche chi ha questo tipo di informazione arriva impreparato. Dal momento della nascita, gli operatori sanitari assumono un ruolo decisivo: nel 61 per cento dei casi il neonatologo e nel 62 per cento gli infermieri fungono da reale supporto per i genitori. Grande sostegno viene dato anche dagli altri genitori che, nel 56 per cento dei casi, hanno avuto un ruolo significativo per il superamento di questa fase. Una volta rientrati a casa, il 57 per cento dei genitori sente la mancanza di un supporto psicologico e il 41 per cento ritiene necessario un aiuto nella gestione dei primi anni del bambino. “L'organizzazione dell'assistenza ai neonati prematuri vede punte di assoluta eccellenza nel nostro Paese. Ma c'è ancora molto da fare, anche perché la situazione regionale è tuttora molto disomogenea. È urgente e necessario garantire ai genitori l'accesso 24 ore su 24 ai reparti di terapia intensiva neonatale in tutte le regioni. La presenza dei genitori, infatti, oltre ad essere importante per la relazione affettiva e di attaccamento, favorisce lo sviluppo neuro-comportamentale del neonato come scientificamente riconosciuto. Poter stare con il proprio bambino senza limiti di orario è basilare al fine di sostenere l'allattamento e ridurre o contenere il dolore. È necessario inoltre che venga garantito un attento follow-up dei neonati pretermine almeno nei primi tre anni di vita, anche attraverso la costruzione di una rete tra tutte le realtà sociosanitarie del territorio”, dichiara Martina Bruscagnin, presidente Vivere Onlus. "In Italia, per i neonati pre-termine, le differenze regionali nel percorso assistenziale hanno un impatto significativo sulla vita del bambino e della sua famiglia. AbbVie è da sempre impegnata in programmi di partnership volti a individuare soluzioni concrete e sostenibili, anche attraverso campagne di sensibilizzazione, come in questo caso a supporto dei diritti del bambino e dei suoi genitori”, afferma Fabrizio Greco, amministratore delegato di AbbVie Italia. La campagna T-proteggo - che ha ottenuto il patrocinio di SIP, Società Italiana di Pediatria, FIMP, Federazione Italiana Medici Pediatri, FIARPED, Federazione Italiana delle Società Scientifiche e delle Associazioni dell'Area Pediatrica - vede la partecipazione attiva di un testimonial d'eccezione: il campione del mondo Andrea Lucchetta, da sempre impegnato al fianco dei bambini. Ex pallavolista passato dalla ‘Generazione di fenomeni' a commentatore sportivo in grado di far impazzire i social, Lucky Lucchetta ha deciso di aderire a questa iniziativa lanciando una call to action alla community. Come dice Andrea col suo stile inconfondibile: “Abituato a ‘fare muro' contro l'indifferenza, vorrei far postare sulla rete dei social qualsiasi messaggio utile a sensibilizzare i follower sulla campagna T-proteggo. Come ‘proteggo' un pallone in difesa o lo coccolo in palleggio, chiedo a tutti di proteggere i diritti dei neonati prematuri postando sui social foto, video o storie utilizzando l'hashtag #Tproteggo, per accendere l'attenzione sulle problematiche dei bambini nati prima del tempo”. (ANDREA SERMONTI)

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