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Il diritto alla nutrizione per i pazienti oncologici

Incontro al Senato organizzato dalla Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo) con il patrocinio di SICO, SINPE e SINUC e il contributo dell'Associazione 'Nutrizione Medica - Unione Italiana Food'

Maria Rita Montebelli
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L'evento tenutosi in Senato dal titolo 'Accordo Stato-Regioni sulla nutrizione clinica: istituzioni, società scientifiche e associazioni dei malati a confronto' promosso dalla Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo) con il patrocinio di Sico, Sinpe e Sinuc e il contributo non condizionato dell'associazione 'Nutrizione Medica - Unione Italiana Food', è stata occasione di confronto tra pazienti, medici e istituzioni sull'avanzamento delle linee di indirizzo ministeriali sulla nutrizione clinica e sui modelli organizzativi regionali per la loro applicazione. Fino al 50 per cento dei pazienti in ospedale in Italia è a rischio di malnutrizione: basti pensare che il 9 per cento dei pazienti è già malnutrito in prima visita oncologica, ovvero ancora prima di iniziare le terapie antitumorali. Il 43 per cento è a rischio di malnutrizione. Su circa 3,5 milioni di italiani che vivono con una pregressa diagnosi di cancro, il 30 per cento è guarito, il 23 per cento è in trattamento terapeutico (chemioterapia, radioterapia, immunoterapia) e il 20 per cento non supera la malattia per le gravi conseguenze della malnutrizione. “Nei malati oncologici – ha dichiarato il professor Francesco De Lorenzo, presidente Favo - la malnutrizione, che viene non a caso definita come ‘malattia nella malattia', è ancora più grave poiché spesso non diagnosticata e può seriamente compromettere il buon esito e il proseguimento delle terapie antitumorali, come anche la vita stessa dei pazienti. È quindi di vitale importanza che la malnutrizione venga riconosciuta sin dall'inizio del percorso di cura. Ciò perché la malnutrizione è prevenibile e reversibile attraverso un adeguato supporto nutrizionale. È pertanto necessario che i malati ne siano ben consapevoli attraverso l'accesso a strumenti informativi, validati dal punto di vista scientifico ma chiari e semplici”. A tal riguardo, uno dei punti centrali dell'evento è stata proprio la presentazione della 4° edizione del libretto 'La nutrizione nel malato oncologico' dell'Associazione italiana malati di cancro (Aimac) insieme all'App Nutrient, che forniscono con immediatezza informazioni e consigli pratici sugli aspetti nutrizionali rilevanti nel percorso terapeutico. Entrambi gli strumenti hanno recepito sia la Carta dei Diritti del Malato Oncologico all'Appropriato e Tempestivo Supporto Nutrizionale sia le Linee di indirizzo sui percorsi nutrizionali nei pazienti oncologici, approvate in sede di Conferenza Stato-Regioni il 14.12.2017. Le linee di indirizzo nazionali sono nate per fornire indicazioni agli operatori sanitari sulle modalità di riduzione delle complicanze mediche conseguenti alla malnutrizione attraverso l'impiego di alimenti a fini medici speciali. Quest'ultimi sono prodotti da utilizzare per via orale nel percorso di nutrizione clinica e destinati alla prevenzione o al trattamento della malnutrizione calorico-proteica. Indispensabili qualora rappresentino l'unica fonte di nutrizione o integrazione della normale alimentazione o quando questa non fosse sufficiente a coprire i fabbisogni nutrizionali del paziente. “La gestione della nutrizione clinica negli ospedali italiani è ancora molto disomogenea – spiega Paolo Pedrazzoli, direttore S.C. Oncologia, Fondazione IRCCS Policlinico S. Matteo Pavia – A fronte di circa 400 mila nuove diagnosi di tumore in Italia all'anno con un incidenza di malnutrizione elevata fin dalle prime fasi di malattia, è evidente l'urgenza di implementare percorsi assistenziali di nutrizione clinica introducendo servizi dedicati negli ospedali o nelle reti territoriali dove sono presenti reparti di oncologia. Il beneficio in termini prognostici di un corretto percorso nutrizionale nei pazienti oncologici è infatti ormai ampiamente documentato da numerose evidenze scientifiche”. L'applicazione della nutrizione clinica è da considerarsi un intervento sanitario salvavita, molte regioni si stanno attrezzando per attuare dei modelli organizzativi che rispondano alle indicazioni ministeriali. Tuttavia, è innegabile che persistono difformità di accesso da regione a regione e da asl ad asl  che vanno approfondite e superate al più presto anche con l'attiva partecipazione di Favo e delle società scientifiche. “Il dibattito odierno ha messo in luce quanto le linee guida, pur essendo nate per uno scopo assolutamente corretto, rischino di rimanere inapplicate – afferma il professor Maurizio Muscaritoli, presidente della Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo (Sinuc) – È indispensabile per la salute dei nostri pazienti la completa attuazione dell'accordo Stato Regioni sulle 'Linee di indirizzo sui percorsi nutrizionali nei pazienti oncologici', in maniera omogenea su tutto il territorio italiano. Non possiamo che richiedere alle autorità preposte di vigilare sulla loro applicazione e mettere in campo azioni correttive laddove se ne ravvisasse la necessità”. L'Accordo Stato-Regioni del dicembre 2017 impone a Regioni e Aziende sanitarie di garantire al malato di cancro la valutazione tempestiva dello stato di nutrizione e la corretta gestione terapeutica della malnutrizione. Alcune regioni si sono già attrezzate per rispondere ai bisogni dei pazienti attraverso propri modelli e provvedimenti. Esempi di buone pratiche sono stati illustrati da parte delle regioni Piemonte, Toscana e Lombardia che si sono dotate di 'Reti di nutrizione clinica' organizzate per coprire tutto il territorio regionale. La Regione Campania ha istituito un PDTA inclusivo di screening nutrizionale e supportato dalla stretta collaborazione tra oncologie e centri nutrizione clinica. È importante che tutte le regioni Italiane lavorino al raggiungimento di un percorso virtuoso con l'obiettivo di garantire a tutti i pazienti oncologici ovunque sul territorio il medesimo trattamento nutrizionale. “L'implementazione delle raccomandazioni ministeriali sul territorio garantirebbe ai pazienti oncologici di essere anzitutto diagnosticati per malnutrizione - afferma Riccardo Caccialanza, responsabile dell'Area Oncologica della Sinpe e direttore della UOC Dietetica e Nutrizione Clinica della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia – e di essere presi in carico da specialisti della nutrizione che sappiano soddisfare i fabbisogni nutrizionali in base alle condizioni cliniche e alle terapie in corso. In Regione Lombardia si sta lavorando in tal senso con tavoli di lavoro tecnici partiti con la costituzione nel dicembre scorso della rete lombarda della nutrizione clinica”. (EUGENIA SERMONTI)

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