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Tumore del seno: nuove rispostese è una forma molto aggressiva

Roche ha annunciato il parere positivo espresso dal Comitato europeo per i medicinali a uso umano (Chmp) dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema) per l'approvazione dell'immunoterapicoatezolizumab, in associazione alla chemioterapia

Maria Rita Montebelli
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Nuova risposte per le donne con tumore della mammella, o meglio, con uno dei suoi sottotipi più aggressivi e difficili da curare: il carcinoma mammario metastatico triplo-negativo, Pd-l1 positivo (Mtnbc). Roche ha infatti annunciato il parere positivo espresso dal Comitato europeo per i medicinali a uso umano (Chmp) dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema) per l'approvazione dell'immunoterapico atezolizumab, in associazione alla chemioterapia, come trattamento di prima linea per le donne con questo tipo di tumore, che non siano state precedentemente trattate con chemioterapia. “I risultati positivi dello studio Impassion130, dimostrano per la prima volta che l'utilizzo di una immunoterapia come atezolizumab in associazione alla chemioterapia possa generare un vantaggio terapeutico in termini di controllo della malattia e di sopravvivenza - afferma il professor Michelino De Laurentiis, direttore del dipartimento di oncologia mammaria e toracica dell'Istituto nazionale dei tumori, Fondazione Pascale di Napoli - Si tratta di un risultato particolarmente importante perché riguarda una popolazione di pazienti per la quale non si avevano a disposizione, ad oggi, delle armi terapeutiche mirate e che apre la strada all'utilizzo dell'immunoterapia nel tumore della mammella”. Il Mtnbc rappresenta il 15 per cento di tutti i tumori al seno ed è più diffuso tra le donne sotto i 50 anni. Contemporaneamente rappresenta la forma di tumore della mammella più difficile da curare. Le cellule di questo tumore infatti non presentano sulla loro superficie nessuno dei tre classici bersagli contro cui sono dirette le cure attualmente più efficaci. Proprio per questa ragione le opzioni di trattamento sono ancora fortemente limitate, non esiste uno standard di cura comunemente accettato e la prognosi è estremamente scarsa. La raccomandazione del Chmp si basa sui dati dello studio di fase III Impassion 130 il quale ha dimostrato che atezolizumab, in associazione al chemioterapico nab-paclitaxel, è in grado di ridurre significativamente (38 per cento) il rischio di peggioramento della malattia o di morte rispetto alla sola chemioterapia. “Il raggiungimento di questo ulteriore step approvativo segna una nuova svolta nel trattamento del tumore al seno metastatico triplo-negativo, una forma particolarmente aggressiva in cui esiste ancora un forte bisogno clinico insoddisfatto -  afferma Sandra Horning, chief medical officer e head of global product development Roche - ci auguriamo che le donne affette da questa tipologia di tumore in Europa possano presto beneficiare di questa nuova opzione terapeutica”. (MATILDE SCUDERI)

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