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Per il tumore della prostata l'Fda approva darolutamide

Il nuovo trattamento per i pazienti con tumore della prostata resistente alla castrazione non metastatico è stato approvato negli Stati Uniti con tre mesi di anticipo rispetto alla data prevista dalla procedura

Maria Rita Montebelli
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L'ente regolatorio americano, la Food and Drug Administration (FDA), ha approvato darolutamide, antiandrogeno non steroideo (ARi). L'approvazione della FDA riguarda il trattamento di pazienti con carcinoma prostatico resistente alla castrazione non metastatico (nmCRPC) ed è basata sullo studio di Fase III ARAMIS, disegnato per valutare darolutamide associato a terapia di deprivazione androgenica (ADT), che ha mostrato un miglioramento altamente significativo dell'endpoint primario di sopravvivenza libera da metastasi (MFS), con una mediana di 40,4 mesi rispetto ai 18,4 mesi nel braccio placebo associato a terapia di deprivazione androgenica (ADT) (p<0.0001). La sopravvivenza libera da metastasi (MFS) è definita come il periodo di tempo dalla randomizzazione alla prima evidenza di metastasi a distanza, confermata da una revisione indipendente condotta in cieco (BICR), o la morte per qualunque causa entro 33 settimane dall'ultimo esame valutabile, indipendentemente da quale evento sia avvenuto per primo. Il farmaco, sviluppato da Bayer in collaborazione con Orion Corporation, un'azienda farmaceutica finlandese che opera su scala mondiale, è stato approvato in seguito al riconoscimento della Priority Review (revisione prioritaria) da parte della FDA, riservata ai farmaci che possono offrire miglioramenti significativi in termini di sicurezza ed efficacia in patologie gravi. La darolutamide è un antiandrogeno con una struttura chimica particolare che si lega al recettore degli androgeni con un'elevata affinità e mostra una forte attività antagonista, inibendo la funzione del recettore e la crescita cellulare del carcinoma prostatico.  “I pazienti a questo stadio del carcinoma prostatico normalmente non accusano sintomi della malattia. Gli obiettivi generali del trattamento in questa fase sono di ritardare la diffusione del cancro della prostata e limitare gli effetti collaterali più pesanti dovuti alla terapia – afferma Matthew Smith, M.D., Ph.D., director of the Genitourinary Malignancies Program, Massachusetts General Hospital Cancer Center – Questa approvazione costituisce una nuova importante opzione per la popolazione colpita dal cancro della prostata”. Il carcinoma prostatico, trattato con terapia di deprivazione androgenica (ADT) ma che continua a progredire anche quando il testosterone viene ridotto a livelli molto bassi, è definito resistente alla castrazione (CRPC). Si stima che, negli Stati Uniti, più di 73 mila uomini riceveranno una diagnosi di CRPC nel 2019. Circa un terzo degli uomini con carcinoma prostatico resistente alla castrazione non metastatico sviluppa metastasi entro due anni. “Con l'approvazione di darolutamide, abbiamo ora una nuova terapia che prolunga la sopravvivenza libera da metastasi (MFS) e che permette ai medici una maggiore flessibilità nel trattamento degli uomini con carcinoma prostatico resistente alla castrazione non metastatico (nmCRPC) –  sostiene Robert LaCaze, member of the Executive Committee of Bayer's Pharmaceuticals Division e head of the Oncology Strategic Business Unit – Bayer è orgogliosa di compiere questo passo in avanti nel campo del trattamento del carcinoma prostatico resistente alla castrazione non metastatico. Darolutamide è la nuovissima aggiunta al nostro portfolio nel carcinoma della prostata e rispecchia l'impegno di Bayer nell'individuare trattamenti per i pazienti ai diversi stadi, lungo il percorso di cura del carcinoma prostatico”. Nello studio ARAMIS, la sopravvivenza globale (OS) e il tempo alla progressione del dolore erano endpoint di efficacia secondari. E' stato osservato un trend positivo nella sopravvivenza globale (OS); i dati di OS non erano ancora maturi al momento dell'analisi finale della sopravvivenza libera da metastasi (MFS). I risultati di MFS sono stati supportati inoltre da un ritardo del tempo alla progressione del dolore rispetto a placebo in associazione a terapia di deprivazione androgenica (ADT). Gli altri endpoint secondari, il tempo alla chemioterapia citotossica e il tempo ad un primo evento scheletrico sintomatico hanno mostrato un beneficio a favore di darolutamide. Gli unici eventi avversi osservati più frequentemente nel braccio con darolutamide in associazione a terapia di deprivazione angiogenica (≥2 per cento rispetto a placebo più ADT) erano fatigue (16 vs. 11 per cento), dolore nelle estremità (6 vs. 3 per cento) e rash (3 vs. 1 per cento). L'interruzione dovuta ad eventi avversi è stata osservata nel 9 per cento dei pazienti in entrambi i bracci dello studio. Gli studi preclinici hanno mostrato che darolutamide ha una minore penetrazione della barriera ematoencefalica rispetto ad altri inibitori del recettore degli androgeni (AR) attualmente disponibili. Un'alta concentrazione di questi farmaci nel sistema nervoso centrale (CNS) può causare effetti collaterali indesiderati. Bayer ha presentato la richiesta di approvazione del farmaco nell'Unione Europea (EU), in Giappone e presso altre autorità sanitarie. (EUGENIA SERMONTI)

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