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Nasce alle porte di Milano Z-LIFEla Zambon nel campus OpenZone

L'inaugurazione il giorno del 113° compleanno della multinazionale farmaceutica. OpenZone, campus dedicato alla salute che ospita 25 organizzazioni tra le quali imprese biotech, farmaceutiche e di terapie geniche avanzate

Maria Rita Montebelli
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Inaugurata alle porte di Milano la nuova casa di Zambon: Z-LIFE. Un percorso di vita aziendale lungo 113 anni di tradizione e innovazione nella salute che continua il suo viaggio verso il futuro. All'evento sono intervenuti il vice presidente della Regione Lombardia Fabrizio Sala, gli architetti Michele De Lucchi e Carlo Ratti (in collegamento video), Roberto Cingolani Chief Technology e Innovation Officer di Leonardo e Giuseppe Soda, Dean di SDA Bocconi, oltre ai padroni di casa Roberto Tascione, CEO di Zambon ed Elena Zambon, presidente di Zambon e ideatrice di OpenZone. Due architetti di fama internazionale, Michele De Lucchi e Carlo Ratti, hanno realizzato l'edificio partendo da tre obiettivi: · Creare spazi per far star bene le persone, in modo che possano esprimere il meglio di sé e vincere sfide impensabili. · Sviluppare una relazione positiva con l'ambiente e la natura, rispettandone l'equilibrio. · Valorizzare un modo di lavorare all'insegna dell'innovazione aperta e della condivisione senza barriere, fondamentale nel settore della salute per raggiungere grandi traguardi a beneficio dei pazienti, anche grazie alle nuove tecnologie. Non a caso Z-LIFE nasce all'interno di OpenZone, campus dedicato alla salute che ospita - oltre a Zambon - 25 organizzazioni tra le quali imprese biotech, farmaceutiche e di terapie geniche avanzate di prim'ordine riconosciute a livello internazionale.   “Una delle grandi responsabilità di noi imprenditori è quella di creare le condizioni affinché le persone esprimano il meglio di sé, tirando fuori il proprio potenziale per vincere sfide impensabili – afferma Elena Zambon - Z-LIFE nasce all'interno di OpenZone per valorizzare il nostro modo di lavorare all'insegna dell'innovazione ‘aperta', della condivisione senza barriere, per poter beneficiare di tutti i contributi possibili e trasformare idee e progetti in soluzioni concrete per i pazienti. Con Z-LIFE vogliamo continuare a dare respiro alla vivacità che rende Zambon una ‘startup' di 113 anni”. Michele De Lucchi ha curato la progettazione architettonica partendo dal recupero del precedente edificio industriale. All'interno di Z-LIFE non ci sono pareti, perché una struttura aperta permette la continua adattabilità alle nuove esigenze di un ufficio contemporaneo. Le pareti a perimetro in vetro esaltano la vocazione di spazi aperti e luminosi. I piani sono collegati visivamente da grandi aperture nei solai, per garantire la totale vivibilità degli spazi e percepire l'attività che c'è all'interno. Lo studio aMDLCircle segue da anni il progetto di sviluppo del campus OpenZone. “Abbiamo sempre più bisogno di costruire occasioni d'incontro e di scambio – dichiara Michele De Lucchi - Open Zone riunisce un insieme di edifici che combinano non solo uffici e laboratori ma anche e soprattutto spazi comuni di relazione: è un ambiente vitale e ispirante che offre occasioni per generare idee. OpenZone è una Earth Station dedicata alla ricerca e alla sperimentazione per la salute e per una maggiore qualità della vita”. Z-LIFE nasce in questa Earth Station ed è la sede Corporate della multinazionale farmaceutica. “Zambon è un'impresa che ha una forte propensione per l'innovazione. Da 113 anni ci accompagnano, nel nostro percorso di crescita, voglia di sperimentare ed attenzione al contributo di ogni singola nostra persona. Per questo abbiamo sentito l'esigenza di una “nuova casa” che faciliti il nostro modo di lavorare insieme – afferma Roberto Tascione - Z-LIFE è la traduzione concreta della nostra identità: quella di un'azienda con importanti sfide globali ma che conserva il calore familiare ed il tocco umano nel prendersi cura delle persone”. La creazione di ponti tra interno ed esterno e la continuità tra ciò che è dentro e ciò che è fuori hanno guidato il lavoro dello studio Carlo Ratti Associati, che ha curato l'interior design dell'edificio, secondo il principio di biofilia formulato dal biologo americano Edward O. Wilson, ovvero l'innata attrazione degli esseri umani per il contatto con la natura. “Abbiamo voluto lavorare sul concetto di ufficio 4.0: considerare lo spazio non più come un contenitore materiale di azioni ma come luogo volto a migliorare il benessere di chi lo vive. Le postazioni di lavoro si sviluppano su grandi tavoli che mettono in relazione interno ed esterno ed elementi di verde entrano negli uffici, grazie alla coltivazione idroponica e seguendo il principio di biofilia - dichiara Carlo Ratti - Infine, un innovativo sistema di illuminazione LED Sun-Like permette di riprodurre molto fedelmente lo spettro della luce naturale del sole. Potremmo quindi dire che negli uffici Zambon non tramonta mai il Sole!” Z-LIFE, nome scelto dai collaboratori Zambon, coinvolti in un percorso di co-design degli interni denominato 'spazio al futuro', ha richiesto 426 giorni di lavoro e impiegato 3.000 metri quadrati di vetro, 250 mila chili di acciaio, 70 km di cavi elettrici. Rispetta i più moderni criteri di sostenibilità e prevede soluzioni tecnologicamente avanzate grazie alla gestione tramite BMS (Building Management System), un sistema che permette di monitorare e gestire tramite sensori la climatizzazione, le luci e la sicurezza dello spazio. La realizzazione dell'edificio è un'importante tappa del piano di sviluppo di OpenZone, che porterà il campus a ricoprire una superficie di 37.000 metri quadrati entro il 2021. Ad oggi, OpenZone dispone di 19.500 mq dedicati ad uffici, 7.500 mq di laboratori (di cui 1.600 Good Manufacturing Practices) e ospita 600 persone, che diventeranno 1.200 nei prossimi 2 anni. (EUGENIA SERMONTI)

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