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Le nuove frontiere della lotta alla celiachia

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A Verona Congresso di esperti italiani e mondiali: come combattere l'intolleranza al glutine senza farla diventare una moda

Giulio Bucchi
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Ippocrate sosteneva che tutte le malattie cominciano dall'intestino. Tesi sempre attuale e dibattuta anche all'Auditorium del Palazzo della Gran Guardia di Verona, dove si sono dati appuntamento fino a sabato 5 maggio oltre 650 specialisti e operatori italiani e stranieri del settore per la III edizione del Congresso dell'Ifiaci, la Federazione delle società di Allergologia e Immunologia Clinica.  L'esperto italiano - La relazione del gastroenterologo e pediatra salernitano Alessio Fasano, orgoglio italiano all'estero dove insegna nell'Università del Maryland, è tra le più seguite e apprezzate per contenuti e innovazione. Se sclerosi multipla e diabete non è stato mai scoperto abbiano un fattore scatenante, la celiachia ha come causa l'ingerimento del glutine. Ma è l'aspetto ambientale ad essere analizzato dallo specialista, con le "Hordae" appartenenti alla famiglia delle graminacee, che è stata introdotta in agricoltura "solo" diecimila anni fa. Ma da allora, è cambiato lo stile di vita e l'alimentazione rispetto ai nostri progenitori. Per esempio nel '700 il grano consumato dai nostri bisnonni era assai differente rispetto a quello attuale, che risulta più complesso e ricco di glutine. Sino a cinque volte di più". Solo una moda - Va distinta la malattia celiaca dall'allergia al frumento, sgombrando il campo da possibili confusioni. "Pochi sanno - spiega Fasano - che quelle caratteristiche di fragranza, profumi, organolettiche, la stessa croccantezza del pane e della crosta del pane ricco di glutammine risulta assai dannoso per il celiaco. Ma una nuova molecola, la zonulina, è stata scoperta di recente e rende l'intestino permeabile, e nutriamo fiducia per questo ritrovato. Negli Stati Uniti 60 milioni di consumatori comprano prodotti 'Gluten free' senza glutine, ma se non necessario perché colpiti da allergia celiaca o al frumento, perché si comportano in tal modo? E' solo una moda, una tendenza, laddove manchi una necessità medica. E questa moda sta diffondendosi anche in Italia: si crede ad un maggiore benessere seguendo una dieta senza glutine. E' un errore grave solo pensarlo. Il mio consiglio – chiude Fasano – è l'ascolto del paziente, e il ricorso al clinico che deve avere in mano gli elementi necessari per stabilire diagnosi e cura con differenze sostanziali da caso a caso, data la variabilità. Infine esistono delle teorie dimostrate (ma con una fazione di scettici attualmente) – conclude lo specialista – per le quali esisterebbe una correlazione tra sensibilità al glutine e un sottogruppo (circa il 20%), di due patologie come autismo e schizofrenia".    

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