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Dentifricio sbiancante, perché va usato il meno possibile

Andrea Tempestini
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Il dentifrico sbiancante? Allettante, certo, ma da usare con grande moderazione. Il punto è che ha un'efficacia meccanica, ovvero funziona grazie ad agenti chimici come silice, solfati e perliti, determinando un'azione abrasiva calibrata, "una sorta di scrub che elimina i residui alimentari e le macchie che conferiscono ai denti una colorazione giallastra", per dirla con le parole di Elisabetta Polizzi, responsabile del Centro di Igiene Orale e prevenzione dell'ospedale San Raffaele di Milano, interpellata da ok-salute.it. Altri prodotti sbiancanti, invece, sono caratterizzati da efficacia chimica perché composti da sostanze che sciolgono alcune macchie dei denti, come gli estratti di licheni. Quasi tutti i dentifrici sbiancanti, comunque, contengono anche fluoro, che serve per rafforzare lo smalto e a proteggerlo dagli attacchi degli acidi prodotti dagli enzimi batterici presenti nella bocca che potrebbero contribuire a un sorriso poco brillante. Ma, si diceva: i rischi. Lo sbiancante va utilizzato soltanto come trattamento periodico. Per un sorriso brillante più a lungo, meglio un colluttorio a base di fluoro da utilizzare dopo la spazzolatura. L'uso prolungato di dentifrici a base di clorexidina, al contrario, va assolutamente evitata: possono macchiare la dentatura (sono da utilizzarsi solo dopo un intervento dal dentista)

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