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Prostata ingrossata, come prevenire la catastrofe. Il luminare e quel consiglio decisivo

Giulio Bucchi
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L'ingrossamento della prostata, noto anche come ipertrofia o iperplasia prostatica benigna (perché non legata al tumore della prostata), è una delle patologie più comuni negli uomini con l'avanzare dell'età. Dopo i 50 anni può causare seri problemi, dalla difficoltà nella minzione alla ritenzione urinaria. Il flusso, alterandosi, può provocare dolore anche durante l'eiaculazione. Una corretta valutazione della situazione non si limita solo alle dimensioni. Leggi anche: Tumore alla prostata, occhio a vino e sesso "Bisogna tener conto non solo della volumetria ma anche del quadro minzionale dinamico del paziente - spiega a humanitassalute.it il professor Alberto Saita, urologo di Humanitas -. A tale scopo sono utili esami come l'uroflussometria e l'ecografia per lo studio del residuo minzionale". Il trattamento, spiega il dottor Saita, ha come scopo anche il contenimento della crescita della ghiandola: "I farmaci efficaci sono la finasteride e la dutasteride che agiscono sul sistema ormonale a livello prostatico inibendo la trasformazione del testosterone in diidrotestosterone". C'è un possibile effetto collaterale: un calo della libido e una riduzione dell'erezione". In combinazione con questi farmaci (la cui efficacia "comincia a manifestarsi dopo un'assunzione continuativa di almeno sei mesi") si può ricorrere a farmaci fitoterapici come l'estratto di saw palmetto o palma nana e i cosiddetti alfa-litici, per migliorare il flusso urinario.

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