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Coronavirus, i veri numeri dei contagi. Big Data: "Quanti ne nascondono", previsione catastrofica

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I dati comunicati sul numero dei contagi da coronavirus non sono reali. È ciò che asserisce Alessandro Vespignani, direttore di Gleam (Global Epidemic and Mobility Model) e fisico dei sistemi complessi, a Il Fatto Quotidiano. La sua società si avvale di uno strumento informatico per prevedere il numero dei contagiati di un virus. Il sistema si chiama "epidemiologia computazionale" e si basa su un modello probabilistico che tiene conto della popolazione di un Paese e dei suoi spostamenti. La popolazione viene divisa in caselle, di cui si studiano gli spostamenti; così in base al numero dei contagiati di un Paese si intuisce su quali rotte il virus può muoversi. E di conseguenza si possono prevedere le realtà più a rischio. Secondo Vespignani i numeri dei contagi comunicati dalla protezione civile italiana mercoledì 26 febbraio erano ben più alti: 750, e non 470. Il fisico sostiene che "la differenza dipende dalla frazione di positivi al virus ma non visibili, il cui numero è sconosciuto". Proprio gli asintomatici sono la grande preoccupazione dei governi mondiali; Vespignani li stima nel 60% della popolazione: previsione catastrofica. Per approfondire leggi anche: Coronavirus, il capo della Protezione civile Borrelli contro Musumeci: "Sarebbe la fine dell'Italia"

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