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Coronavirus, i "positivi per caso". Un terzo dei contagi scoperto così: "È il segnale, il virus gira sotto traccia"

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Nel Lazio come in Lombardia, un terzo dei positivi al coronavirus è stato scoperto per caso, perché sottoposto al tampone in via precauzionale senza alcun sintomo del Covid. È questo dato statistico che inquieta i più prudenti (o se volete i più pessimisti) nella lotta all'epidemia: significa che il virus viaggia sotto traccia, senza lanciare segnali, e se la situazione a luglio è questa potrebbe presupporre una recrudescenza in autunno dagli esiti sconosciuti.

 

 

 

Quello dei "positivi per caso", spiega Flavia Riccardo, epidemiologa dell'Istituto superiore di sanità a Repubblica, "è un dato che stiamo consolidando a livello nazionale". "Il serbatoio nascosto ha alimentato l'epidemia fin dall'inizio", aggiunge Carlo Federico Perno, virologo dell'Università di Milano e del Bambino Gesù di Roma. "Finora non era emerso troppo perché eravamo impegnati a curare i più gravi". E secondo Giovanni Maga, direttore dell'Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, con il freddo "il virus ritroverà condizioni propizie. È giusto riprendere fiato in estate, ma sempre con distanza e mascherine. L'inverno ci troverà più preparati. Ma non illudiamoci di esserci liberati dell'epidemia". E c'è un altro rischio rilevante: i nuovi focolai "d'importazione".  "Oggi abbiamo 200 casi - conferma Maga -. Ma con le condizioni giuste, il virus ci mette poco a tornare a duemila".

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